Cronaca
20 Maggio 2014
Il ricordo dei giorni che sconvolsero Ferrara e l'Emilia, esattamente due anni fa

20 maggio 2012, quando la terra tremò

di Redazione | 5 min

Leggi anche

Morì sul lavoro in Borgo Punta. Si attende l’udienza preliminare

Si attende la fissazione dell'udienza preliminare del processo per l'incidente mortale in cui perse la vita Miz Mohamed Fawzy Abdou, operaio edile 36enne di nazionalità egiziana, impegnato in un cantiere per la ristrutturazione col Superbonus 110% di un palazzo in via Borgo Punta, al civico 187

Sobbe (La Nena): “L’idrovia così com’è stata pensata non si farà mai”

"L'idrovia così com'è stata pensata non si farà mai, non sarà mai effettivamente funzionante e sfido chiunque a pensare che le navi di IV classe europee possano passare sotto il ponte di San Giorgio". A dirlo, durante la IV commissione presieduta da Tommaso Mantovani (M5S) è Georg Sobbe titolare de La Nena sas

Il futuro del lavoro agricolo passa dal “Sistema Agricoltura Ferrara”

Ferrara si dota del "Sistema Agricoltura Ferrara". Bandi e assicurazioni, utilizzo di fitofarmaci, lavoro agricolo e contrasto al caporalato. Questi sono solo alcuni dei temi presenti nel documento strategico sull'agricoltura, redatto per la prima volta dal Comune di Ferrara in sinergia con tutte le associazioni di categoria e le grandi aziende agricole del territorio

Sono le 4.04 del mattino e una forte scossa di terremoto, di magnitudo 5.9, sconvolge la vita delle popolazioni delle province di Ferrara, Mantova, Modena e Rovigo, creando danni in città e soprattutto nell’Alto Ferrarese, dove si registrano anche crolli di capannoni e morti. Nessuno scorderà più quel giorno, il 20 maggio del 2012, esattamente due anni fa, che ha suscitato paura, terrore e disperazione, lasciando senza abitazione decine e decine di persone in provincia e in tutti una sensazione di precarietà che si è radicata nel profondo di ciascuno, alimentata dalle scosse, di intensità minore, che si sono susseguite lo stesso giorno e anche nei giorni successivi.

Quel giorno la gente si è riversata tutta nelle strade, spaventata, trasformando Ferrara in una sorta di città di sfollati. Città nella quale sono subito evidenti i danni della scossa, durata all’incirca 20 secondi: cornicioni crollati, calcinacci in piazza Savonarola e corso Martiri della Libertà, elementi architettonici piombati a terra dalle cime di diversi palazzi storici e da alcune chiese. Ma il panorama più desolante è nell’Alto Ferrarese. Si affloscia uno dei capannoni delle Ceramiche Sant’Agostino provocando la morte di due operai, Leonardo Ansaloni, 51 anni, e Nicola Cavicchi, 35 anni, e, sempre a Sant’Agostino, resta gravemente danneggiato il palazzo municipale e perde la vita anche Nerina Balboni, anziana invalida di 103 anni, rimasta uccisa dai calcinacci che le sono precipitati addosso durante il crollo della sua cascina. A poche centinaia di metri muore un altro operaio nel crollo alla Tecopress di Dosso, Gerardo Cesaro di 59 anni, mentre la stessa sorte tocca anche a Tarik Naouch, il 29enne di origine marocchina colpito da una trave al momento del crollo del capannone dell’Ursa Insulation, a Ponte Rodoni. Per tutte queste morti la Procura di Ferrara aprirà quattro fascicoli, indagando 18 persone per omicidio colposo. Ma i danni del terremoto sono ben visibili un po’ ovunque, da Mirabello e Buonacompra dove sono crollate le rispettive chiese, a San Carlo dove è maggiormente il fenomeno della liquefazione dovuta al sisma, fino a Poggio Renatico che subisce il crollo della torre dell’orologio di Castello Lambertini, sede del Comune.

La macchina dei soccorsi si mette subito in moto, con la protezione civile impegnata nell’allestimento di centri di raccolta per le persone che hanno avuto danni ingenti alle proprie abitazioni. Contemporaneamente partono le verifiche statiche sugli edifici per accertarne l’agibilità e vengono attivati presidi delle forze dell’ordine per scongiurare episodi di sciacallaggio. Il terremoto dell’Emilia fa partire una serie di azioni di solidarietà in tutta Italia e pochi giorni dopo il presidente del Consiglio Mario Monti, in visita alle popolazioni terremotate, viene contestato a S. Agostino, uno dei Comuni più colpiti, mentre il Consiglio dei Ministri delibera lo stato di emergenza. Le principali preoccupazioni sono legate alla sistemazione degli sfollati, alle verifiche di agibilità di migliaia di edifici ‘feriti’, alla voglia di ricostruire e di ripartire al più presto. Ma un’altra forte scossa di terremoto mette ancora a dura prova, il 29 maggio, edifici e popolazione. Sono le 9 del mattino e una scossa di magnitudo 5.8 desta nuovo panico anche nella nostra provincia, dove i maggiori danni vengono registrati a Cento, provocando altri morti nel Modenese. L’Emilia è in ginocchio e la terra non smette di tremare, facendo registrare decine e decine di scosse anche nei giorni seguenti. In giugno anche il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano fa visita ai luoghi del terremoto e un’altra forte scossa di 5.1 fa tornare la paura mentre salgono a una trentina gli indagati per i crolli. Come se non bastasse, ad alimentare la paura arrivano anche le dichiarazioni della Commissione Grandi Rischi sulla possibilità di un terzo forte terremoto in Emilia.

Intanto a Ferrara si sceglie di non interrompere nessuna delle manifestazioni programmate, così si prepara il ‘Palio della Solidarietà‘, le tradizionali corse in piazza Ariostea slittate a causa del terremoto, che diventano occasione di solidarietà alle popolazioni terremotate. A causa del sisma anche un’altra manifestazione estiva, Ferrara Sotto le Stelle, per precauzione dovrà trovare una sede diversa da piazza Castello e ci si muove per cercare possibili soluzioni: alla fine per i concerti si sceglierà il Motovelodromo.

Gli effetti del terremoto di maggio continuano a farsi sentire anche nei mesi successivi, con un calo delle iscrizioni all’Università, la dichiarazione di inagibilità del chiostro di Santa Maria della Consolazione, che ospita l’Ente Palio e la contrada di Santo Spirito, ed Errani che chiede una commissione d’inchiesta sulle trivellazioni circa possibili relazioni tra le attività di esplorazione per la ricerca di idrocarburi e l’aumento dell’attività sismica, dopo il dibattito sul tema che si è aperto in internet e non solo. Viene approvato il decreto terremoto che prevede l’assegnazione del 95% dei fondi all’Emilia e, sempre in tema di terremoto, sorgono dubbi sulla ‘location’ del Ferrara Music Park nel sottomura.

Il resto è, in un certo senso, storia recente, legata alle opere di ricostruzione e di restauro, molte ancora in corso, e allo sforzo di Amministrazioni e popolazione per tornare alla normalità. Ma è certo che da quel 20 maggio nulla è più esattamente come prima, quantomeno in termini di pericolosità sismica delle nostre zone. La migliore strategia per un’efficace azione di prevenzione l’aveva indicata proprio la Commissione Grandi Rischi nel suo rapporto sul terremoto in Emilia: “azioni mirate alla riduzione della vulnerabilità del patrimonio edilizio”. E in questo senso c’è ancora molto, moltissimo da fare.

Grazie per aver letto questo articolo...
Da 18 anni Estense.com offre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.

 

OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:

Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com