“Prima del terremoto Palazzo Tassoni, sede della facoltà universitaria di lettere, era già ridotto in uno stato di forte decadenza, assolutamente fatiscente, fuori norma per quanto riguarda le condizioni dei depositi librari. Le scosse hanno semplicemente inferto il colpo di grazia”. Paola Zanardi, responsabile del sistema bibliotecario dell’ateneo ferrarese, non fa sconti nel richiamare all’attenzione delle istituzioni locali la precarietà strutturale di tanti edifici danneggiati e resi inagibili del terremoto. Vorrebbe tuttavia che i drammatici eventi accorsi “costituissero l’occasione per rovesciare un grande danno in una grande opportunità”.
Il suo intervento arriva infatti durante il meeting organizzato presso la sede della Fondazione Ermitage Italia allo scopo di fare il punto sulla situazione dei beni storici artistici e cultuali. All’incontro hanno partecipato tutti i principali attori del panorama culturale provinciale e regionale, ognuno per fornire il proprio “catalogo dei danni”.
I tempi di ripristino si prospettano lunghi per tutti. La direttrice della Galleria d’arte moderna e contemporanea Maria Luisa Pacelli sottolinea come “ci vorrà uno sforzo di fantasia per riaprire i musei”, poiché se anche i lavori potessero iniziare domani “servirebbero anni per il loro completamento”.
Non tutti però hanno la pazienza di aspettare. Soprattutto chi lavora con l’università ribadisce la necessità di fornire il prima possibile delle indicazioni chiare, e possibilmente rassicuranti, agli studenti. Sia da parte di Paola Zanardi che da parte del prorettore Francesco Bernardi l’invito alla gestione dell’emergenza si accompagna a una buona dose di urgenza.
“Gli studenti stanno decidendo in questi mesi quale università vorranno frequentare il prossimo anno – spiega il prorettore -. La maggior parte di loro sono fuori sede e ovviamente potranno decidere di optare per un’altro ateneo. Ogni nostro sforzo è teso verso la riapertura di settembre: un’attività a favore degli universitari ma anche del tessuto economico dell’intera città. Fortunatamente come Unife abbiamo un bilancio autonomo; questo ci ha permesso di effettuare in tempi brevi l’opportuno monitoraggio e intervenire prontamente nei casi di gravi difficoltà. Tuttavia abbiamo bisogno di una mano”.
I danni peggiori sembra li abbiano vissuti proprio le biblioteche di ateneo: quella del polo ingegneristico resta chiusa a causa dell’adiacente ciminiera dell’ex zuccherificio, fortemente a rischio, ma è quella di lettere che vince la palma della preoccupazione suscitata. “I libri costituiscono un patrimonio delicato e importante, tanto quanto le opere d’arte, le statue e i quadri. La loro presenza in città è meno appariscente ma essi sono la molla fondamentale della ricerca e dello studio”, conclude Zanardi.
Il vicesindaco Massimo Maisto, anch’egli presente all’incontro, ricorda in proposito la decisione presa dall’amministrazione comunale per andare incontro alle esigenze degli studenti “sfrattati” a causa dell’inagibilità dalle loro abituali sale studio: “per la biblioteca Ariostea è stato predisposto un nuovo orario di apertura, più ampio, comprendente anche il sabato pomeriggio”.
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