Codigoro
10 Gennaio 2018
Tappa per tappa, la ricostruzione del duplice omicidio avvenuto un anno fa

Pontelangorino, storia di una tragedia

di Redazione | 4 min

Leggi anche

Paziente assunse ivermectina contro il Covid, ma morì. Ex medico finisce a processo

È stata fissata per il 27 maggio l'udienza predibattimentale del processo per omissione di soccorso a carico di Alberto Dallari, il 69enne medico (oggi in pensione) di Reggio Emilia, che aveva preso in cura domiciliare Mauro Gallerani, 68enne di Corporeno colpito dal Covid-19 e poi deceduto dopo un mese di ricovero ospedaliero

Vm Motori, trenta esuberi in vista

Altri trenta esuberi in Vm Motori, azienda centese che fa parte della galassia Stellantis. Negli scorsi giorni i sindacati, ma non la Fiom-Cgil, avevano firmato un accordo per nuove uscite volontarie nell'azienda nata dalla fusione tra Fca e Psa

Tredicenne bullizzato e vittima di estorsioni dai compagni di scuola

Bullizzato e vittima di estorsioni da parte dei suoi compagni di classe. Un tredicenne ferrarese ha ottenuto giustizia grazie all'intervento dei carabinieri che hanno individuato i suoi aguzzini, tre suoi coetanei, ritenendoli i presunti autori del reato e segnalandoli alla Procura presso il Tribunale dei Minorenni di Bologna

di Giuseppe Malatesta

Pontelangorino. “Due morti in casa, in via Fronte a Pontelangorino”. La prima allerta delle forze dell’ordine lasciava ancora molto spazio all’immaginazione, un anno fa, nel primo pomeriggio gelido del 10 gennaio 2017. Una fuga di gas, un incidente domestico, una rapina violenta, un omicidio-suicidio, o un omicidio e basta. Ci vorranno ore per realizzare che le ipotesi meno efferate vanno scartate, nella tranquilla provincia a due passi dal mare: Nunzia Di Gianni e Salvatore Vincelli sono stati brutalmente assassinati nella notte.

Prima ancora che sia buio, monta il caos a Pontelangorino, dentro e fuori le case delle mille anime che abitano una delle due frazioni più popolose del codigorese. Comprensibile la paura negli occhi di chi immagina un violento assassino a piede libero, perché ancora la verità sul massacro resta cucita nelle bocche degli inquirenti, al lavoro tra la villetta e la caserma.

Passerà poco tempo prima che l’assenza del figlio sedicenne della coppia, Riccardo, diventi sospetta. Gli interrogatori dei suoi amici, ascoltati a bordo della stazione mobile dei Ris parcheggiata di fronte al villino, non fanno che rafforzare tale sospetto. Ma la curiosità dei cronisti non basta a scucire le bocche dei carabinieri. Perché interrogare i coetanei di Riccardo?

Tra loro Manuel Sartori, giunto quando ormai è sera sul posto, fianco a fianco a suo padre. Lui lo convincerà a parlare con gli inquirenti, perché la notte precedente Manuel e Riccardo l’hanno trascorsa insieme, anche se ancora nessuno sa come e dove. I Sartori non schivano più di tanto i cronisti nel frattempo accorsi in gran numero, appaiono tranquilli, anche quando salgono sull’auto che li accompagna in caserma.

Tassello dopo tassello la ricostruzione dei fatti – confermata, smentita e taciuta a minuti alterni dalle forze dell’ordine – si fa terribilmente chiara: Riccardo Vincelli è sospettato dell’omicidio dei suoi genitori, si indaga sui suoi movimenti. La gente non fa in tempo a liberare la mente dal pericolo di rapinatori spietati in giro tra le loro villette che già deve fare i conti con l’orrore e l’incredulità.

“Siamo sotto shock, mai da queste parti è accaduto qualcosa di così grave” parla per tutti il sindaco Alice Zanardi. La partenza, in tarda serata, delle salme delle vittime dalla villetta è l’ultimo atto di una giornata infinita e dolorosa per Pontelangorino. Ma la notte riserverà ancora brutte notizie: dopo un interrogatorio fiume Riccardo e Manuel crollano, vengono trattenuti, entrambi come rei confessi.

“Mi raccomando, mica tradirmi” si lasceranno scappare già prima di essere interrogati, intercettati nella sala di attesa della caserma dei carabinieri di Comacchio. Due giorni dopo, la convalida del fermo e la custodia cautelare nelle carceri minorili di Bologna e Torino.

Le indagini portano velocemente a galla dettagli inquietanti. “C’è stato un accordo per uccidere con l’uso di un’ascia” informa il procuratore capo Bruno Cherchi. L’accordo è anche economico: a Manuel, Riccardo consegna un acconto di 80 euro a fronte dei 1000 euro da ‘saldare’ a lavoro fatto.

“A Pontelangorino un lembo d’inferno” sentenzia il vescovo di Ferrara – Comacchio Luigi Negri, ma lo shock più forte è per i genitori di Manuel: “Abbiamo paura che faccia una pazzia” . E mentre sui social corre il linciaggio contro il loro giovane figlio, i Sartori guidano la fiaccolata in ricordo di Salvatore e Nunzia e il parroco don Marco Polmonari prova a consolare “il cuore trafitto di Pontelangorino” , una comunità che subisce il peso dell’invasione mediatica.

Una settimana dopo, l’esito dell’autopsia non lascia dubbi sull’efferatezza dell’omicidio: violentemente sfigurato Salvatore, colpita alla testa e soffocata Nunzia. “Si svegliò e provò a difendersi” dirà poi la consulenza medico legale. Per i due, i funerali si terranno in forma strettamente privata a Torino, il 21 gennaio.

I legali di Manuel Sartori chiedono intanto la scarcerazione del giovane e l’affidamento in comunità, richiesta rigettata dal tribunale del riesame. Secondo indiscrezioni sulle indagini, alcuni Sms scambiati tra Manuel e Riccardo racconterebbero di un delitto forse pianificato un mese prima.

Dopo cinque mesi di indagini e interrogatori, a fine giugno il Pm Silvia Marzocchi formula il reato di omicidio premeditato: ai due ragazzi, entrambi minorenni, viene dunque contestata l’aggravante. I legali avanzano richiesta di rito abbreviato condizionato. Per Sartori, autore materiale del duplice omicidio, l’avvocato Lorenzo Alberti Mangaroni Brancuti chiede inoltre una consulenza psichiatrica di parte. “Manuel immaturo ma non incapace d’intendere” l’esito della stessa. Il 17 enne intanto si fidanza dal carcere con una coetanea già conosciuta prima dell’arresto.

Ad ottobre, nel corso della prima udienza davanti al giudice Anna Filocamo, Manuel e Riccardo confermano la confessione, aggiungendo dettagli secondari prima tralasciati: sostanzialmente Riccardo ha ideato il piano mortale, eseguito poi dall’amico. Il tribunale dà il via libera al rito abbreviato, condizionato all’espletamento di una perizia psichiatrica su entrambi, da effettuarsi entro 90 giorni.

I professionisti incaricati verranno sentiti nella prossima udienza, fissata per il prossimo 13 febbraio.

 

Grazie per aver letto questo articolo...
Da 18 anni Estense.com offre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.

 

OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:

Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com