Codigoro
16 Gennaio 2017
Il turbamento della comunità a una settimana dall’efferato duplice omicidio dei Vincelli

Pontelangorino e il peso dell’invasione mediatica

di Redazione | 3 min

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Pontelangorino. Non è trascorsa neanche una settimana dall’efferato duplice omicidio dei Vincelli, una tragedia che ha portato nella pacifica frazione di Pontelangorino un insolito trambusto che non è solo quello tangibile delle regie mobili dei network televisivi e dei cronisti indaffarati, ma anche quello interiore dei concittadini dei baby killer, gente di ogni età che pur concedendosi alle telecamere e ai taccuini inizia ad avvertire il peso dell’invasione mediatica.

Si è palesato nella notte della fiaccolata il loro turbamento, a partire da quello dei coetanei di M. e Riccardo, raccolti in un silenzio che non lasciava spiragli per ulteriori commenti e pettegolezzi. Le loro lacrime, gli abbracci ai genitori di M., l’atteggiamento defilato erano propri di chi non ha più voglia di aggiungere altro. Don Marco e don Pietro sono gli unici che ascoltano, sul sagrato a fine commemorazione, tra una sigaretta nervosa e fazzolettini ad asciugarsi il viso. Figure riconosciute ora come di supporto e conforto, quelle dei parrocchiani, negli anni tipici della diffidenza dal messaggio religioso.

Sono loro, i sacerdoti delle nove parrocchie cittadine, a proporsi in questi giorni per un supporto collettivo rivolto non solo ai giovanissimi. Già ieri pomeriggio don Marco Polmonari ha incontrato una trentina di giovani insieme ad alcuni genitori ed educatori. Sempre nei locali della curia, don Pietro Predonziani ha programmato per giovedì 19 (ore 21, presso la chiesa di San Martino a Codigoro) un incontro aperto con il dottor Giovanni Seghi, psicologo dell’età evolutiva.

“E’ necessario riflettere sull’educazione dei nostri ragazzi, ed è fondamentale farlo in loro presenza” riferisce don Marco. “Ne abbiamo bisogno, più dei dettagli sull’omicidio e delle analisi sociologiche di una comunità come tutte le altre”, si sfoga Patrizia, una madre che ha partecipato con i suoi ragazzi al corteo di lutto.

“L’opinione pubblica è di nuovo inciampata nell’errore di dare giudizi facili e superficiali su un’intera generazione di giovani di provincia e avanzato dubbi sulle nostre capacità genitoriali. Non è facile essere genitori, nemmeno essere figli: Riccardo ha agito in modo orribile ma non possiamo sapere cosa succedeva attorno a lui e nella sua testa. Questo chiasso non aiuta i nostri ragazzi, già provati dalla violenza di persone che conoscevano, frequentavano e a cui sì, volevano anche bene. Che male c’è?”.

Un bene ancora più grande è quello che lega i due fratelli Vincelli, Riccardo e Alessandro. Il maggiore, oltremodo scosso, ha fatto trapelare in queste ore la sua decisione di rinunciare alla nomina di tutore legale del fratello incarcerato. Lo stesso spirito si registra negli zii del ragazzo, non disposti – secondo quanto riferito dal legale di Riccardo – ad occuparsi del ragazzo in caso di detenzione domiciliare nel torinese.

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