di Giuseppe Malatesta
Comacchio. Giorni caldi per l’iter procedurale legato al progetto di ristrutturazione della Ex Cercom, su cui continuano a raccogliersi pareri nell’ambito della Conferenza dei Servizi, compreso quello impaziente della ditta imolese Sacmi, proprietaria del sito che proprio nelle scorse ore è stata raggiunta da un’ordinanza sindacale che sollecita la messa in sicurezza dell’area e la rimozione dell’abbondante amianto presente.
Sacmi – che nella Conferenza in questione è stata ammessa dopo ore di discussione a porte chiuse, episodio che ha “rammaricato” l’ingegner Mauro Ferri – oltre che con un percorso pieno di insidie e criticità sottolineate da chi lotta per bloccare la Fabbrica delle Polveri (l’omonimo Comitato), dovrà ora occuparsi di bonificare il sito entro 120 giorni, pena la revoca delle somme anticipate dall’amministrazione pubblica e ad un’esecuzione in danno, come previsto dalla normativa in questo caso.
Lo stato preoccupante di parti e coperture in cemento eternit presso l’imponente stabilimento di via Marina si era già noto: sul caso erano intervenuti i meetup 5 Stelle di Comacchio con una comunicazione al Prefetto di Ferrara (il 29 settembre) e con un reportage fotografico che completava quello già prodotto dallo stesso sindaco Marco Fabbri mesi prima. I pentastellati erano stati poi supportati in regione dal consigliere Andrea Bertani, che in un’interrogazione recente chiedeva alla giunta di sollecitare il sindaco sulla bonifica”.
Considerato che l’ordinanza in questione segue ad una nota prefettizia del 6 ottobre, il meetup ‘Comacchio e 7 Lidi’ ha espresso subito gratitudine al prefetto Campanaro “per la celerità nell’obbligare il Comune dopo la nostra segnalazione”. Queste le parole della coordinatrice Cora Bonazza.
Il 25 ottobre scorso, anche un laboratorio chimico incaricato dalla stessa Sacmi aveva accertato il pessimo stato delle coperture mediante una piattaforma aerea, senza ‘disturbarle’. “Alcune lastre – si legge nella relazione – risultano danneggiate e riportano visibili rotture e crepe, fibre facilmente asportabili con pinzette, stalattiti di dimensioni consistenti in alcuni punti di sgocciolamento e perni di tenuta allentati. Angoli e bordi si piegano e si sfaldano facilmente e nelle caditoie dell’acqua piovana il materiale friabile o polverulento è consistente”.
“Negli ultimi anni non sono mai pervenute allo scrivente segnalazioni rispetto a tale situazione” scrive il sindaco nell’ordinanza, prendendo atto di quanto analizzato in maniera ufficiale solo ultimamente, direttamente sul campo da personale qualificato. Un passo avanti che certifica quello che era un ‘pessimo stato’ presunto, seppur molto evidente, e che sfocia in un’ordinanza parecchio acclamata.
Nel frattempo, il Comitato contrario alla fabbrica procede la sua battaglia e ha incontrato lunedì pomeriggio i cittadini di Porto Garibaldi, illustrando i motivi del No ad un centinaio di persone interessate in sala civica, mentre sempre il meetup 5 Stelle era tornato sull’argomento con una perizia sulle emissioni in atmosfera commissionata ad uno studio specializzato. A tal proposito, in sede di Conferenza dei Servizi, anche il dottor Giuseppe Fersini, dirigente medico presente in rappresentanza di Ausl Ferrara, ha sollevato preoccupazioni sul dato emissivo, anche in relazione alla “difficile lettura” dei dati contenuti nella relazione del progetto: “Il quadro riassuntivo – dichiara – andrebbe migliorato”.
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