Uno scorcio dello stabilimento Ex Cercom ripreso dal sindaco Marco Fabbri
di Giuseppe Malatesta
Comacchio. Il consiglio comunale lagunare avvalla le idee progettuali del nuovo insediamento che sorgerebbe sulle ceneri della ex Cercom, al termine di un acceso dibattito tra una maggioranza favorevole – e che sente un certo peso di responsabilità sulle proprie spalle – e una minoranza, Pd escluso, che esprime il suo convinto e assoluto no, in virtù delle innumerevoli criticità intraviste all’orizzonte ancor prima di avere un progetto vero e proprio sul tavolo – sulla base delle relazioni prodotte in questa primissima fase dagli imprenditori spagnoli coinvolti a vario titolo (Torrecid Srl, Arcilla Blanca e Sacmi).
Poche ore prima della seduta consiliare fiume, il sindaco Marco Fabbri ha anticipato la sua visione con un reportage fotografico sulla sua pagina social, un gesto poco gradito dagli avversari politici. “Parliamo di un luogo abbandonato dal 2002, solo in parte recuperato e con 10 mila metri quadri di eternit ancora da bonificare. Con questa proposta – chiarisce Fabbri – non andiamo ad approvare un progetto, ma autorizziamo la presentazione dello stesso e l’avvio della procedura prevista”.
La maggioranza tutta chiarisce a più riprese questo punto, appellando poi le dichiarazioni riportate dalla stampa locale come “fake news” (lo afferma il consigliere Bandini). Fabbri passa in rassegna quanto raccontato dalla relazione preliminare: idee progettuali, produzione di una miscela macinata in sede senza produzione di scarichi, tantomeno in acqua, un investimento di 30/40 milioni che prevedrà compensazioni ambientali e la realizzazione di una rotatoria sulla Statale Romea per gestire il traffico quotidiano di un centinaio di tir.
Inoltre si chiariscono le fasi previste, dall’avvallo del consiglio – “un atto non dovuto, solo una scelta di condivisione con voi consiglieri” – al progetto compiuto, da sottoporre alla conferenza dei servizi e all’ok di una ventina di enti preposti. “Se non ci saranno i presupposti, ambientali soprattutto, il progetto sarà fermato in conferenza, ma non ha senso non permettere la sua formulazione”.
Tempi non brevissimi, ma le opposizioni non raccolgono l’appello di Fabbri e non nascondono il timore di un insediamento che danneggi irrimediabilmente il territorio, a fronte di un ritorno occupazionale minimo e nemmeno assicurabile a lavoratori locali.
Durissima la deputata Maura Tomasi, consigliere comunale leghista in quel di Comacchio. “Questa amministrazione dovrebbe vergognarsi, non ha fatto nulla per imporre alla nuova proprietà la bonifica e oggi accoglie un simile progetto facendolo passare come l’unico modo per ottenere una bonifica. Al tempo stesso fa passare noi come i cattivi che rinnegano posti di lavoro per i cittadini. Mi stupisco – aggiunge Tomasi – anche dei sindacati: dov’erano quando la povera gente che lavorava in Cercom respirava amianto? Ed evitate foto strazianti: non volete assumervi l’onere di dire di no, volete solo rimandare a qualcun altro la decisione. Noi la prendiamo senza dubbio quella decisione. È un no, per la salute nostra e del nostro ambiente. Decidiamo se essere luogo devoto all’ambiente o all’industria, non possiamo essere l’uno e l’altro. Rotatorie? La fanno per i loro interessi, possiamo farne a meno. Porto Garibaldi è pronta alla sua drastica svalutazione? Il nostro è un no assoluto”.
Voce di Forza Italia, Emanuele Mari anticipa il voto negativo e prende le distanze anche da un “metodo non condivisibile: prima si doveva interpellare la cittadinanza, poi arrivare alla conferenza. Non stiamo parlando di un’attività produttiva qualunque, la relazione è già molto chiara e descrive un intervento di consistenza enorme. L’iniziativa è chiaramente in contrasto coi vari Piani e norme urbanistiche in vigore, ci si comporta come se l’applicazione della legge fosse un fatto secondario. Mi sembra poi che qui si semplifichi e si ammorbidisca troppo, sindaco. Se è tutto ancora da valutare e verificare come si spiega il suo enfatizzare la questione occupazionale? Mi sembra un progetto già parecchio caricato di importanza da parte sua”.
Sulla stessa lunghezza d’onda Sandra Carli Ballola (La città futura – Centrosinistra per Comacchio), nettamente contraria ad un “piano occupazionale improvvisato. Noi siamo per il lavoro, ma che risulti da un modello di sviluppo a misura di Comacchio, coerente con la vocazione del territorio e dei suoi abitanti, che non danneggi la salute. Non ci serve un lavoro per disperazione, ma sostenere i desideri dei nostri giovani. Cosa c’entra una fabbrica in un sito Mab Unesco? Mi stupisco che il presidente del Parco (Fabbri, ndr) sostenga una soluzione simile. Cento posti in fabbrica ne faranno perdere tre volte tanti nel settore turistico, saranno le ciminiere fumanti a dare il benvenuto ai turisti. La normativa del Parco vieterebbe un insediamento nella ‘Stazione Centro Storico’: quale bizzarria metterete in atto per scavalcare questa norma? Sarebbe ora di pianificare seriamente il futuro di Comacchio e non promettere posti di lavoro che non andranno ai comacchiesi. Abbiamo bisogno di 100 tir in circolazione?”.
Ai contrari Fabbri ribatte punto per punto, tentando di smussare una tanto ferma convinzione. Non favorevole, ma sospeso il giudizio di Piero Fabiani, rappresentante Pd: “Ho dei dubbi, soprattutto sulla nuova viabilità che diventerebbe insostenibile. Ma credo che si debba valutare sulla base di un progetto effettivo. Ho piena fiducia nella conferenza dei servizi, non credo di potermi sostituire ad enti specializzati. Nell’attesa mi astengo dal voto.
Il voto resta a maggioranza favorevole, astenuto Fabiani e contrari Ballola, Mari, Tomasi, Cavallari e Negri. E la discussione sul nuovo insediamento è solo all’inizio.
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