di Giuseppe Malatesta

Codigoro. A 24 ore dal consiglio comunale che vedrà messa ai voti la mozione di sfiducia al sindaco Alice Zanardi, presentata da 6 componenti su 7 di opposizione, la maggioranza prepara un simbolico e ideale contraccolpo, con l’integrazione di un ordine del giorno denominato “Una nuova maggioranza governa il Comune di Codigoro”.

Dicitura plateale, in linea con i toni delle dichiarazioni che negli ultimi mesi hanno contrapposto le varie componenti dell’assemblea consiliare, a partire dalla rottura della maggioranza con i membri socialisti – tra cui il vicesindaco Marco Finotti, sollevato dalla carica –, risultato di malumori affiorati con la questione migranti, esplosa nel codigorese ad agosto e apparentemente non da ciò scaturiti.

Sicura dell’esito negativo della sfiducia, la ‘nuova maggioranza’ dovrebbe, salvo soprese, essere semplicemente costituita da ciò che resta della maggioranza eletta, ossia 9 consiglieri accanto a Zanardi, di cui 5 con deleghe assessorili.

Numeri che, considerata una minoranza partita da 5 componenti e rimpolpata dai due fuoriusciti targati Psi, non minano la possibilità di proseguire il ‘governo’ comunale. Consapevoli dei numeri, socialisti e pentastellati seduti all’opposizione hanno a più riprese insistito nel giudicare “opportune” le dimissioni della ‘nuova maggioranza’ e “illegittimo” l’incarico mantenuto da Zanardi.

Ciò in virtù sia della “sparata sui migranti”, imperdonabile per il Movimento 5 Stelle e da cui Finotti prese pubblicamente le distanze, sia in considerazione del ridotto peso elettorale della maggioranza dopo la fuoriuscita dei socialisti, che alle urne avevano ottenuto il 7% delle preferenze di lista ed erano risultati determinanti alla vittoria risicata di Zanardi sulla seconda lista, quella del M5s.

In tutto ciò il centrodestra, rappresentato all’opposizione da Marcello Guidi (Obiettivo Comune), pur non figurando tra i firmatari della mozione ha comunque bocciato l’amministrazione in carica, invitando quest’ultima a dimettersi per “coerenza nei confronti dei cittadini”. Al momento del voto di sfiducia, salvo sorprese Guidi dovrebbe preferire l’astensione.

Richieste e solleciti a cui Zanardi ha prontamente risposto picche, sostenuta da un gruppo di maggioranza ora compatto e concorde, oltre che dal partito, quel Pd che da Ferrara di fronte al caos migranti ha vacillato giusto il tempo di una notte di mezz’estate.