Codigoro
14 Ottobre 2017
Codigoro. Una mozione contro il sindaco sarà all’ordine del giorno entro il 14 novembre

Socialisti e Cinque Stelle chiedono le dimissioni della Zanardi

di Redazione | 2 min

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di Giuseppe Malatesta

Codigoro. “Zanardi restituisca la fascia e liberi il posto che occupa in maniera illegittima”. Procedono spediti verso la sfiducia i sei consiglieri di opposizione divisi tra il Movimento 5 Stelle e il gruppo socialista da poco fuori dalla maggioranza, con una mozione che sarà depositata nelle prossime ore e che dovrà essere all’ordine del giorno consiliare entro il 14 novembre.

Risultato di una conflittualità politica che dopo 14 mesi di legislatura ha irrimediabilmente sbilanciato il peso elettorale di maggioranza e opposizione, la mozione firmata dai pentastellati Claudio Dolcetti, Annalisa Fabbri, Matteo Mingozzi, Sara Zampolli, dall’ex vicesindaco Marco Finotti e da Francesco Fabbri (entrambi Psi) presenta il conto al primo cittadino, senza risparmiare una delegittimazione anche per i componenti della sua Giunta.

Un gruppo di amministratori “inadempienti e incapaci” secondo Finotti, che – consapevole che la maggioranza (5 assessori e 4 consiglieri) parerà il colpo – rimarca come “a memoria questa è la prima mozione di sfiducia ad un sindaco codigorese: uno smacco politico grave che rimarrà impresso nel curriculum di Zanardi e di un’amministrazione che è nata male, sta proseguendo peggio e che oggi rappresenta solo il 35% dei cittadini. Convinta com’è di aver guadagnato consensi con la sparata sui migranti, Zanardi torni al voto per ottenere un mandato legittimo”.

Su origini e composizione dell’attuale maggioranza è Dolcetti a calcare la mano: “Di sinistra non ha assolutamente nulla, addirittura in giunta siede l’assessore Samuele Bonazza, che prima di finire lì aveva cercato insieme a Marcello Guidi (oggi all’opposizione, ndr) di creare una lista di centrodestra. Oltre a lui si conta almeno un altro esponente di centrodestra, un’accozzaglia di persone che portano avanti i propri interessi e non certo quelli dei cittadini”.

“Si fa fatica a portare avanti il nostro ruolo – aggiunge il consigliere Mingozzi – in mancanza di qualsiasi possibilità di coinvolgimento e collaborazione. Questo malessere si ripercuote sui cittadini, prime vittime di una politica telecomandata da una regia occulta”. I riferimenti della minoranza all’argomento sono sempre più espliciti: “Ogni volta che la giunta prende decisioni in autonomia succede il patatrac: si veda il caso migranti, forse dato il periodo qualcuno era andato in vacanza”.

“Ci spiace non vedere a questo tavolo Guidi (OC) – conclude Dolcetti – che prova a rappresentare il centrodestra, che a sua volta lo scomunica come il Pd ha fatto con Zanardi: non sappiamo più chi abbiamo di fronte, dal punto di vista politico questa è una situazione lesiva della democrazia”. L’auspicio dei sei firmatari è quello che il settimo consigliere di minoranza “prenda coscienza e scelga di sostenere la sfiducia, dopo una costruttiva e obiettiva discussione in consiglio”.

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