Politica
13 Settembre 2017
Il commento. La decisione di Minniti e l'annuncio di Franceschini sono un duro colpo alla credibilità dei dem e dell'amministrazione comunale estense

L’Esercito a Ferrara. O di come il Pd sconfessa se stesso

di Daniele Oppo | 5 min

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Il Pd di Ferrara e quello che è finito al governo a Roma sono evidentemente due entità separate, che non comunicano tra loro, che hanno una visione delle cose totalmente opposta.

Se la vicenda Carife forse è stata un primo segnale in tal senso,  la decisione del ministro dell’Interno sull’invio dell’Esercito a Ferrara ne è la conferma.

Non è possibile spiegare altrimenti la decisione “leghista” – nel senso di proprietà intellettuale dell’idea – di inviare i militari (pochi o tanti che siano) a presidiare la zona Gad. Idea che a livello locale il Partito Democratico ha sempre rigettato, non rinunciando in alcune occasioni a ‘sbeffeggiare’ chi, con insistenza, la avanzava.

E se oggi il sindaco abbozza apprezzando l’aiuto pur confermando che non è la soluzione a lui preferita, è difficile dimenticare le posizioni del Pd locale, così distanti da quello nazionale oggi al governo. Per chi le avesse scordate, ecco una rapida carrellata:

Tagliani, 24 gennaio 2016: Una città che “ha interi quartieri che vanno occupati ma non dall’esercito, quanto dai cittadini stessi perché se ne riapproprino sottraendoli all’occupazione illecita”.

Finco, 9 maggio 2016: “Ormai sta diventando un’abitudine diffusa dei rappresentanti della cosiddetta Destra Ferrarese, da Lodi a Spath, da Fornasini a De Martino ad invocare slogan ad effetto fino alla chiamata addirittura dell’esercito di fronte alle aggressioni, ad ogni arrivo di profughi, ad ogni tentativo di furto. Come se fossimo in una città da far west oppure su un set televisivo della serie “Gomorra”; tante sono infatti le comparsate dei nostri “eroi” nelle televisioni private a redarguire questo e quello. Naturalmente questo tipo di azioni danno molta visibilità ma alla fine i nostri “protagonisti” vogliono solo questo e non l’impegno per una soluzione.

Circolo Pd, 25 giugno 2016: . “A ciascuno il suo ruolo – ribatte Galletti – l’esercito risponde solo alla pancia, non risolve il problema dello spaccio, che è un problema piuttosto di intelligence”; “questa proposta rischia di essere pura demagogia” chiosa Calò, “interroghiamoci piuttosto sul perché sia così forte la richiesta di droga e quali forme di prevenzione possiamo adottare”.

Vitellio, 28 giugno 2016: “Singolare che la Lega si ostini a richiedere l’esercito a Ferrara, organizzando addirittura una manifestazione in tal senso: chiedere l’esercito non significa mettere in discussione l’operato dell’Amministrazione, ma bensì delegittimare il grandissimo lavoro che le nostre forze dell’ordine hanno messo in campo nel quartiere Giardino (e non solo)”

Bertolasi, 30 giugno 2016: “Sono convinto anche che armare i vigili urbani o avere l’esercito che scorrazza per la città non aumenti di certo la percezione di sicurezza, ma anzi vada a peggiorarla così come non credo risolva il problema alla radice, ma sia un semplice palliativo”

Maisto, 3 luglio 2016: “Continuo a pensare che la sinistra debba dare risposte di sicurezza in senso più ampio da chi chiede l’esercito, puntando sulla cultura contro chi fa leva sulle paure dei cittadini”.

Modonesi, 21 luglio 2016: “Si parla anche tanto, e a sproposito, di Esercito, e chi ne parla (forse) non si accorge che così facendo si continua a mettere in discussione la bontà e l’efficacia degli sforzi che le Forze dell’Ordine (e la Polizia Municipale) stanno facendo nel quartiere Giardino e in città”

Tagliani, 1 agosto 2017: “L’esercito non viene a presidiare piazza Castellina”, ma a breve arriverà un “laboratorio mobile della polizia municipale da collocare dentro al quartiere”.

Ve le ricordiamo anche per un altro motivo: perché già sembrano iniziare le giravolte. Per esempio Luigi Vitellio, segretario provinciale del Pd, prende la notizia come se nulla fosse, anzi, come se fosse proprio al risposta che si aspettava (per cortesia ci si risparmi la scusa che adesso c’è la Spal in Serie A e che quindi tutto è cambiato): «A Ferrara vengono inviati 12 militari in attesa del concorso di aprile che aumenterà l’organico delle nostre forze dell’ordine – scrive su Facebook -. Abbiamo chiesto rinforzi e finalmente arrivano. Un gesto importante considerate le prossime sfide della nostra città, come ad esempio il Meis e la Spal in serie A. Questo arrivo consentirà di disimpegnare le forze dell’ordine in questi eventi per utilizzarle sempre di più per il presidio del territorio e per il contrasto alla criminalità».

È una nuova posizione non credibile ed è evidente il tentativo di rimediare in extremis a una mano buttata al vento dalla mossa inaspettata del proprio compagno di gioco. A livello locale gli amministratori hanno professato lungamente una cosa, mentre il governo centrale, un ministro del medesimo partito, mette in pratica, in quel territorio, il suo esatto opposto. La decisione di Minniti è ciò che a lungo ha proposto l’opposizione e sconfessa platealmente il Pd ferrarese, la giunta comunale e, soprattutto, il suo sindaco. Di qui non si scappa.

E che si pensi o meno che l’arrivo dell’esercito sia parte della soluzione ai problemi di sicurezza a Ferrara, due cose a livello politico sembrano certe: 1) si tratta di una vittoria macroscopica della Lega Nord – e in subordine delle altre forze d’opposizione –  servita su un piatto d’argento dal Governo e dal Pd; 2) la decisione del Governo, anche per il modo in cui è arrivata – con Tagliani all’oscuro di ogni dettaglio -, infligge un colpo micidiale alla credibilità del Partito Democratico ferrarese, dell’amministrazione comunale e del sindaco. Lo fa su un tema delicato come la sicurezza. Se, come alcuni sostengono, si tratta di una decisione presa in chiave elettorale, allora qualcuno potrebbe aver fatto male i conti.

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