Vigarano
15 Giugno 2019
I pazienti del dottor Piganti pronti a dare battaglia dopo il servizio di "Striscia la Notizia": "Dimostreremo l'innocenza del nostro medico di base"

Petizione e manifestazione in difesa del medico di Vigarano

di Redazione | 3 min

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Vigarano Mainarda. La chiamano “gogna mediatica” e sono pronti a difendere il loro medico di base. Tanto che hanno lanciato online, su Facebook, una petizione  con raccolta firme e una manifestazione pacifica.

Loro sono alcuni pazienti del dottor Enrico Piganti, il medico di Vigarano Mainarda, il medico finito nell’occhio del ciclone dopo che, il 20 dicembre scorso, le telecamere di Striscia la Notizia rivelarono che parte del lavoro dello studio medico veniva svolto da sua moglie, diplomata in ragioneria e senza alcuna qualifica medica. Piganti potrà tornare a praticare l’attività di medico di base fino a quando il tribunale di Ferrara non avrà fatto chiarezza sulla situazione, grazie a un pronunciamento del giudice del lavoro che ha provvisoriamente sospeso il provvedimento disciplinare inflitto dall’Asl, che gli aveva revocato l’incarico.

“Abbiamo deciso di organizzare una manifestazione pacifica a favore del dottor Piganti – viene spiegato nella pagina Facebook dedicata alla petizione – perché riteniamo che abbia sempre lavorato nel pieno rispetto dei pazienti, della professione e degli enti preposti adoperandosi anche per attività di ricerca e insegnamento nell’ambito medico. Riteniamo inoltre che un verdetto, sulla base di ciò che è andato in onda sul programma satirico, non corrisponda alla realtà e cercheremo in tutti i modi di dimostrare l’innocenza e la professionalità del nostro medico di base. Il nostro augurio è che le autorità non chiudano gli occhi di fronte a questi fatti. Vogliamo arrivare in fondo alla vicenda e sapere chi ha fatto partire questa gogna mediatica”.

Come detto, oltre alla petizione i pazienti hanno organizzato una manifestazione pacifica per lunedi 17 giugno alle 21 presso il municipio di Vigarano “per ribadire un concetto, che è quello della sproporzionalità tra la pena data dalla Regione e i fatti realmente accaduti”. “Quello che si chiede è che vengano fuori i nomi dei mandanti. Di chi ha voluto rovinare l’identita di un professionista conosciuto e rispettato da 30 anni a questa parte”.

La vicenda del dottor Piganti iniziò il 20 dicembre scorso, dopo che fu mandato in onda il servizio di Striscia la Notizia che mostrava l’attività di sua moglie, ripresa dalle telecamere nascoste nello studio mentre il marito era impegnato con altri pazienti all’interno dell’ambulatorio. Nel servizio di Mediaset, si vedeva la donna prescrivere ricette mediche e firmarle al posto del marito, eseguire procedure informatiche per certificati di malattia, accettare un nuovo assistito e addirittura somministrargli un vaccino senza prima eseguire l’anamnesi per verificare eventuali controindicazioni.

Il dottor Piganti afferma oggi che le accuse iniziali che scaturirono da quel servizio sono state ridimensionate e che l’unico fatto per cui la moglie rischia di essere imputata per esercizio abusivo della professione medica è quello legato alla somministrazione del vaccino.

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