Politica
12 Ottobre 2018
All'indomani dell'inaugurazione dello stabile riqualificato, la Lega reclama i meriti. Ma per anni Lodi ha spinto per la totale demolizione

Palaspecchi, Lodi canta vittoria. Ma voleva demolirlo

di Ruggero Veronese | 4 min

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All’indomani dell’inaugurazione delle Corti di Medoro anche la Lega Nord ha espresso parecchia soddisfazione per la riuscita del progetto, pur mantenendo le critiche al Pd e assegnandosi buona parte dei meriti dell’operazione. “Vigileremo sul progetto, perché se esiste è merito nostro”, dichiarano Alan Fabbri e Nicola Lodi in un comunicato congiunto, aggiungendo che grazie alla riqualificazione del palazzo “tutto il quartiere guadagnerà in termini di valore immobiliare e di questo, dopo tante battaglie, ci prendiamo il giusto merito”.

Il merito, appunto. A chi attribuirlo, e in che misura? Perché per quanto sia innegabile la lunga e intensa battaglia contro il degrado condotta in questi anni dalla Lega, bisogna anche notare che in più occasioni lo stesso Carroccio- e Lodi in particolare – si è schierato apertamente contro il progetto delle Corti di Medoro, criticando di volta in volta amministrazione, Cassa Depositi e Prestiti e proprietà dell’immobile (Parnasi) e ribadendo per diversi anni e in decine di occasioni pubbliche due slogan semplici ma efficaci: “Sgombero e demolizione” e “L’unica soluzione è la demolizione”.

Una convinzione talmente netta da spingere Lodi prima a scrivere e poi a recarsi direttamente nella sede della Cassa Depositi e Prestiti, tra aprile e agosto del 2016, per avvertire il colosso pubblico che “il rischio di un sequestro o altri provvedimenti è troppo alto” e in sostanza sconsigliando l’intervento in via Beethoven, parlando di “fallimento” e “sperpero di denaro pubblico”.

Una posizione poco costruttiva anche per gli alleati politici, al punto che l’allora capogruppo di Forza Italia Vittorio Anselmi criticò pubblicamente Lodi affermando che “L’idea di demolire d’imperio il Palaspecchi è una follia che solo gli stolti possono pensare. Noi insistiamo a dire che è possibile trovare soluzioni diverse” (Anselmi criticava la destinazione residenziale della struttura per le ricadute sul mercato immobiliare, ma sosteneva l’idea di Tagliani di coinvolgere Cdp e altri soggetti nel progetto, come poi è effettivamente avvenuto).

Il mantra di Lodi “sgombero e demolizione” (anche a spese del Comune) durò però diversi anni (in particolare tra il 2016/17) e anche dopo la visita alla Cdp, Lodi continuava a osteggiare il progetto che avrebbe portato alle Corti di Medoro, proponendo piuttosto la completa demolizione dell’opera e la costruzione di un nuovo stadio della Spal.

Mere schermaglie e bagarre politica, penserà qualcuno, anche se attorno a quella polemica gravitava un investimento da 30 milioni della Cdp su Ferrara, che ad un certo punto un po’ paradossalmente ha visto proprio in Lodi il principale oppositore.

Non ci soffermiamo sul curioso caso del ‘salvataggio dei tritoni crestati‘, che spinse Lodi a chiedere di sospendere temporaneamente la bonifica per liberare i garage allagati dai piccoli anfibi in pericolo: qualcuno vide l’azione di Lodi come sincero gesto di sensibilità ecologica, altri come escamotage per allungare i tempi della bonifica e mettere ulteriormente alle corde l’amministrazione.

Ma la contraddizione più strana in questa vicenda è forse quella che riguarda la posizione del segretario leghista sull’imprenditore titolare del Palaspecchi, Luca Parnasi. Quasi ‘demonizzato’ in più occasioni a partire dal 2016, Parnasi riceve l’attacco più duro da Lodi proprio nel giugno di quest’anno, in una diretta Facebook dopo l’arresto dell’imprenditore per corruzione nell’ambito dell’inchiesta per gli appalti per il nuovo stadio della Roma. Un segno che, secondo Lodi, anche l’investimento a Ferrara poteva avere contorni oscuri o addirittura di illegalità.

Nel giro di un giorno, l’attacco a Parnasi viene prima cancellato, poi riformulato, poi ricancellato e infine compare sui social di Lodi un comunicato firmato assieme ad Alan Fabbri in cui anche il leghista ferrarese ‘torna all’ovile’ e assume la posizione garantista e ‘benaugurante’ di Salvini verso Parnasi, che della Lega è diretto finanziatore: “Ci auguriamo che l’evento non abbia ripercussioni sulla bonifica del Palaspecchi, su cui da sempre la Lega insiste per il bene del quartiere. Si tratta di un primo passo per la riqualificazione che finalmente si sta realizzando, e che non deve essere fermato, nonostante il progetto dell’amministrazione Tagliani sia diverso da quello sperato”.

Insomma, anche se è indubbio l’impegno di Lodi e della Lega sulla questione del Palaspecchi, visto che oggi è il momento di distribuire i meriti vale almeno la pena sottolineare che le proposte leghiste erano decisamente lontane da quello che poi si è effettivamente concretizzato. “L’unica soluzione è la demolizione”, affermava a più riprese Lodi, aggiungendo che (gennaio 2017) “Il Palaspecchi, siamo certi, non partirà mai come cantiere di ristrutturazione”: dichiarazioni che oggi sembrano uno sbiadito ricordo.

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