Politica
15 Aprile 2016
Il capogruppo di Fi critica il progetto del Comune ma rimarca la contrarietà alla demolizione: "È follia"

Palaspecchi: lettera di Lodi (Ln) alla Cdp. Anselmi (Fi): “Iniziativa irresponsabile”

di Redazione | 3 min

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IMG_3040Nicola Lodi ha inviato una lettera (una email) alla Cassa Depositi in cui espone da parte sua i problemi del Palaspecchi e avvisa l’ente che  “il rischio di un sequestro o altri provvedimenti è troppo alto”, di fatto sconsigliando l’intervento in via Beethoven e parlando di “fallimento” e “sperpero di denaro pubblico”.

Un gesto che trova la ferma condanna da parte di un ‘collega’ dell’opposizione, Vittorio Anselmi, capogruppo in consiglio comunale di Forza Italia, che osserva come sia “Lo stesso Lodi che giorni fa aveva lanciato la proposta di abbassare i toni della polemica. A questo punto mi corre l’obbligo, anche a nome del gruppo che presiedo in Consiglio Comunale, di dissociarmi totalmente dalle iniziative irresponsabili di ‘Naomo’ Lodi, in particolare da quest’ultima”.

Una presa di distanze netta, che però non rinuncia a distanziarsi anche dal progetto dell’Amministrazione comunale, evidenziandone quelli che vengono visti come limiti e contraddizioni. Anselmi lo dice in maniera esplicita: “A noi il progetto di ristrutturazione del Palaspecchi non piace. L’abbiamo detto quando si prospettò la proposta della Stu, e l’abbiamo ribadito in ogni altra occasione possibile. L’area con il complesso del Palaspecchi urbanisticamente è adatta ad ospitare servizi, non residenza”.

“Invito tutti a leggersi le 94 pagine della relazione introduttiva del Psc – afferma Anselmi – e ci troverete definizioni come “città verde”, “qualità diffusa”, “unità di paesaggio” e così via, che cozzano in modo imbarazzante con il terribile “falansterio” che diventerà il nuovo Palaspecchi. Come rientra questa enorme operazione immobiliare da 280 appartamenti, nelle logiche rarefatte che denotano apparentemente il nostro Psc? – chiede il consigliere di opposizione -. Qual è il modello di città che sta dietro questa operazione? Non certo il nostro. Ma ci viene detto che la città ha bisogno di alloggi Ers, giusto. Ma quanti? E tutti lì? Qualcuno ha fatto uno studio, una simulazione su ciò che questa enorme operazione immobiliare provocherà alla struttura sociale, imprenditoriale, immobiliare della città? Ferrara non ne può più di gigantografie: Cona ci è bastata, anzi, la pagheremo per moltissimi anni a venire; l’impressione è che la logica sia simile. Siamo in ballo e dobbiamo ballare sino in fondo, ci dice il sindaco. Noi siamo convinti che il bene della città non stia nella ricostruzione del Palaspecchi bensì, coraggiosamente, nell’azzerare tutto e ripartire su un altro piano, che non è certo, beninteso, come piace immaginare al sindaco, rimettere in gioco gli appartamenti di un noto imprenditore locale”.

“Non abbiamo nessun obbligo nei confronti di Parnasi (almeno spero sia così) – continua Anselmi -: ne abbiamo molti invece nei confronti della città. Anzi, a dirla tutta, gli obblighi li avrebbe proprio Parnasi che si è preso degli impegni molto precisi ed onerosi con il Comune, ma in una logica di ripensamento generale del progetto, ci sta di ridiscutere con la Proprietà, per evitare che venga danneggiata. Per questo noi (tranne qualche isolata e personale eccezione) abbiamo sempre dichiarato che l’operazione va fermata e ripensata, obbligando la proprietà a mettere in sicurezza l’area”.

Una visione diversa rispetto a quella della Giunta ma che non vede affatto di buon occhio l’idea cardine della Lega Nord: quella dell’abbattimento di tutto l’immobile. “L’idea di demolire d’imperio il Palaspecchi è una follia che solo gli stolti possono pensare – rimarca Anselmi -. Noi insistiamo a dire che è possibile trovare soluzioni diverse: se questo comporta che il Palaspecchi debba rimanere un rudere ancora per qualche anno, siamo disposti ad accettare e aspettare: perché in caso contrario, per correre dietro alla chimera del Palaspecchi che piace alla Giunta, ci ritroveremo, ma stavolta per sempre un enorme condominio lungo via Wagner con ricadute probabilmente pesanti sull’intero sistema “città”. Tanto per cambiare, ça va sans dire”.

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