di Elena Coatti
“Quei 50mila euro non avrebbero risolto la situazione, ma a volte anche una goccia in mezzo al mare può fare la differenza”. Michela Venturi, l’infermiera simbolo della lotta al Covid e candidata nella lista di Anselmo, non usa mezzi termini per condannare lo scandalo delle donazioni all’ospedale (mai arrivate) su conti correnti attivati da Alan Fabbri.
L’indignazione è tanta. Non solo quella di Venturi che ha vissuto in prima linea quel periodo “in maniera veramente negativa perché c’era almeno un morto ogni ora”, ma anche tra la platea di oltre 800 persone ai Giardini di via Panetti, in attesa di Bonaccini e Schlein, nella serata di domenica 5 maggio.
“Se si dichiara che i soldi donati dai ferraresi verranno dati all’ospedale – ribadisce Venturi -, lì devono andare. E invece quanti ne sono arrivati? Zero. La risposta è stata che hanno aiutato indirettamente l’azienda sanitaria acquistando delle mascherine per i cittadini. E allora il sindaco ce lo poteva dire, non quando è stato obbligato a dircelo una volta uscita l’inchiesta. Ce lo poteva dire, visto che è Alan Fabbri il primo a dichiararsi un sindaco che parla con i suoi cittadini”.
Venturi è ben consapevole che quella cifra non avrebbe cambiato granché, ma ricorda “noi infermieri, medici e operatori sanitari non avevamo più nemmeno i calzari. Ma abbiamo capito la difficoltà del momento e ci siamo adoperati indossando dei sacchi del pattume nelle gambe. Quindi oltre alla mascherina che ci tagliava il viso, la tuta che ci faceva sudare, avevamo gambe e piedi perennemente bagnati di sudore – e continua -. Con quei soldi si potevano comprare dei calzari traspiranti, dei guanti. Ne avevamo bisogno. Avevamo bisogno anche del panettiere che ci portava la pizza e che ci diceva ‘mangiate perché se state bene voi, stanno bene i cittadini’”.
“Immaginate, quindi, cosa potevano fare per noi quei 50mila euro, moralmente e psicologicamente”. Michela Venturi non vuole certo fare vittimismo, ma afferma che da questa pandemia che ormai ci sembra così lontana, almeno lei qualcosa l’ha imparato. Ha capito che “se non ci fosse stata la sanità pubblica, oggi non saremmo qua a parlare. E se Meloni approva una manovra finanziaria che prevede un taglio alla sanità e ai servizi pubblici, allora non ha capito niente perché è l’articolo 43 della Costituzione a dirci che la Repubblica deve tutelare la salute di ogni individuo”.
Ci vorrebbe allora che anche i nostri governanti imparassero la lezione e, come dice Venturi, “un sindaco deve fare la differenza per i propri cittadini, altrimenti non è degno di essere sindaco. E Alan Fabbri ha preso una decisione. Ha deciso di non fare la differenza”.
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