Politica
1 Maggio 2024
Raccolti dai ferraresi 50mila euro. L'ospedale ha ricevuto solo le somme ricavate dallo sciopero dei dipendenti municipali. Mancano all'appello 30mila euro

ESCLUSIVA. Covid: Fabbri chiedeva donazioni per l’ospedale, ma a Cona non è arrivato un euro

di Marco Zavagli | 4 min

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“Tanti cittadini e tanti ferraresi che abitano in altre regioni e in altre parti del mondo ci hanno espresso il desiderio di poter contribuire a sostenere il nostro sistema sanitario, in questo momento di emergenza, con una piccola o grande donazione. Per questo abbiamo deciso di attivare, come Comune, un conto corrente postale dedicato alla raccolta fondi che devolveremo all’ospedale per la copertura delle spese urgenti legate all’emergenza Coronavirus”. Sono parole del sindaco di Ferrara, Alan Fabbri.

Era il 18 marzo del 2020. Si era in piena pandemia da Coronavirus. In quei giorni gli ospedali italiani lanciavano un grido di aiuto. Anche l’azienda ospedaliera di Ferrara aprì una linea veloce per le donazioni per consentire a tutti i cittadini di donare ciò che potevano come “gesto di vicinanza al nostro personale che oggi, più che mai, è impegnato in una durissima battaglia dimostrando impegno e abnegazione per la gestione dell’emergenza”.

Il giorno successivo anche Alan Fabbri lanciò un appello e fece attivare un conto corrente postale con le coordinate per le donazioni dedicate alla solidarietà Coronavirus, a disposizione di cittadini e associazioni.

Tutti insieme – affermava – possiamo fare la differenza in questa situazione di emergenza che mette a dura prova l’intero sistema sanitario nazionale”. Il conto corrente postale era intestato a Comune di Ferrara – Servizio di Tesoreria. Per i versamenti verso l’ospedale cittadino occorreva inserire come causale “Emergenza Coronavirus Covid 19”. Il numero era 13681440. L’alternativa fornita dal sindaco era quella di effettuare un bonifico sulle coordinate: IT 78 V 07601 13000 000013681440.

Su quei due conti correnti attivati da Fabbri arrivarono quasi 50mila euro. Nemmeno un euro è andato a Cona.

Da una richiesta di accesso agli atti fatta dal nostro giornale lo scorso dicembre (ed evasa solo ora a distanza di quasi quattro mesi) si apprende che “il contributo dell’Amministrazione comunale a favore dei reparti Covid di questa Azienda è stato pari a € 17.046,37. La donazione è stata destinata all’acquisto di due defibrillatori (ditta Hill-Rom SpA e ditta Nihon Kohden Italia srl)”.

Ma quei 17mila euro non venivano dalla chiamata alla donazione di Fabbri. Erano i soldi derivanti dallo sciopero dei dipendenti comunali del 6 novembre 2020, voluto dalla funzione pubblica di Cgil Cisl e Uil.

I sindacati chiesero al Comune di destinare di devolvere ai reparti Covid dell’Azienda Ospedaliera e all’Azienda Usl di Ferrara la somma corrispondente alle economie di spesa derivanti dagli stipendi non corrisposti ai dipendenti che avevano aderito allo sciopero. Il risultato fu una somma di 34.094 euro che venne suddivisa in parti uguali tra le due aziende sanitarie. Come detto, le ore di sciopero dei lavoratori permisero di acquistare per Cona due defibrillatori.

E che fine han fatto i soldi donati dai cittadini ferraresi su invito pubblico del sindaco?

Nella sezione “Trasparenza” del sito del Comune di Ferrara si trova la voce corrispondente al “rendiconto della raccolta fondi a sostegno del contrasto all’emergenza epidemiologica da Covid-19”.

La raccolta è compresa tra le date aprile 2020 e marzo 2022. Il conto corrente utilizzato è quello postale indicato dal sindaco 13681440. In totale sono arrivati 47.936 euro di donazioni. Di questi quasi 50mila euro, ne sono stati spesi 18.775. Ma per esigenze del Comune di Ferrara e non di medici, infermieri e oss di Cona.

Il report parla di 8,750 euro spesi per acquistare 350 confezioni di test rapidi dalla ditta F Medical di Ferrara. Altri 6815 euro sono andati alla ditta Luana Confezioni di Fiscaglia per delle mascherine. Al Centro di Medicina Ferrara srl sono andati 1127 per dei tamponi rapidi. Infine sei acquisti sono stai fatti presso la ditta Centro di Medicina spa di Villorba (in provincia di Treviso). La struttura ha ricevuto le somme di 1437, 221, 165, 25, 73 e 162 euro per acquistare tamponi per il personale dipendente.

Dal conteggio svolto dagli uffici comunali mancano circa 30mila euro, la cui destinazione non è nota. In nessun caso, a ogni modo, i soldi delle elargizioni liberali sono andati al beneficiario voluto dai donatori, i reparti Covid dell’ospedale di Cona.

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