Proseguono le indagini a tutto campo degli inquirenti sui fatti del bar Big Town di via Bologna dove, nella nottata tra l’1 e il 2 settembre, venne brutalmente ucciso il 42enne Davide Buzzi, a seguito di una violenta colluttazione con Mauro Di Gaetano, titolare del locale, e suo padre Giuseppe, entrambi ancora in carcere a Ferrara.
Lo scorso 5 dicembre, infatti, è stato conferito l’incarico all’anatomopatologo Roberto Testi di Torino, che effettuerà le analisi istologiche dei campioni prelevati durante l’autopsia sulla vittima, andando ad affiancarsi al medico legale Silvia Boni, impegnata anche sull’analisi delle gravi ferite da taglio all’addome riportate da Lorenzo Piccinini, il 21enne che si trovava insieme a Buzzi al momento dell’aggressione, poi ricoverato in condizioni disperate all’ospedale di Cona, salvandosi.
Gli accertamenti, in tal senso, saranno rilevanti per capire se i fendenti a lui inferti sarebbero stati tali da cagionarne o meno la morte. Un passaggio necessario alla Procura che, in base alle risultanze, deciderà se mantenere l’attuale accusa di tentato omicidio a carico dei Di Gaetano – indagati ovviamente anche per l’omicidio di Buzzi – o se cambiarla con quella di lesioni aggravate ai danni di Piccinini, oggi – a sua volta – ancora agli arresti domiciliari dopo essere stato accusato di tentata estorsione.
Al contempo proseguono le operazioni dei Ris di Parma che, dopo il sopralluogo al Big Town, avranno il compito di analizzare le forme delle macchie di sangue individuate sul pavimento e sulle pareti del locale, utili a definire le modalità in cui è avvenuta l’aggressione, a cui si aggiungono quelle del Nucleo Investigativo dei carabinieri che, attraverso l’analisi informatica dei telefoni cellulari delle quattro persone coinvolte nel tragico episodio, sono alla ricerca di altri dettagli per ricostruire le dinamiche di quella tragica notte.
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