Lorenzo Piccinini, il 21enne che si trovava insieme a Davide Buzzi, nella serata in cui il 42enne è stato ucciso al bar Big Town, è agli arresti domiciliari, nella casa che condivide con nonna e sorella, per il reato di tentata estorsione nei confronti di Mauro Di Gaetano, titolare del locale di via Bologna, che – insieme a suo padre Giuseppe – ora è, a sua volta, detenuto nel carcere di via Arginone: entrambi sono indagati per omicidio e tentato omicidio.
Il fatto contestato risale alla tragica serata del 1° settembre, quando Buzzi e Piccinini entrano nel bar, uno fianco all’altro. Il primo ha una tanica piena di benzina, che fa vedere ai due attuali indagati, prima di appoggiarla sul bancone a scopo minatorio. La richiesta è quella ormai tristemente nota: 3mila euro per ‘riparare’ il dolore per la perdita del figliastro di Buzzi, il 19enne Edoardo Bovini, morto qualche settimana prima per un malore davanti al Big Town dopo aver probabilmente assunto una dose letale di cocaina, o il locale sarà incendiato.
Da dietro il bancone esce Giuseppe Di Gaetano, che chiede spiegazioni e per tutta risposta viene aggredito con violenza. Buzzi gli sferra ripetutamente delle gomitate al volto, dandogli pugni e calci che lo fanno cadere due volte a terra, mentre Piccinini gli “intima con arroganza” di uscire, colpendolo a sua volta con altri calci e lanciandogli addosso anche una bottiglia.
Da lì, inizia la colluttazione. I Di Gaetano prendono il sopravvento nei confronti dei due e lo scontro termina nel sangue. Buzzi muore durante il trasporto all’ospedale, Piccinini rimarrà gravemente ferito ma se la caverà. Per la Procura non ci sono dubbi: il titolare del bar e suo padre avrebbero superato la linea della legittima difesa e dell’eccesso colposo, fino a sfociare in un accanimento e dunque in un’ipotesi di omicidio e tentato omicidio.
Allo stesso tempo, però, gli accertamenti eseguiti dagli inquirenti, hanno permesso di raccogliere elementi tali da contestare a Piccinini il reato di tentata estorsione e il gip Silvia Marini, concordando con l’ipotesi investigativa di Procura – pm titolare del fascicolo di indagine è Barbara Cavallo – e carabinieri, ha emesso l’ordinanza di custodia cautelare a carico del 21enne, che nei prossimi giorni – assistito dal suo legale difensore, l’avvocato Giampaolo Remondi – si sottoporrà all’interrogatorio di garanzia durante l’udienza di convalida dell’arresto.
Nel mentre, dopo il sopralluogo dei Ris di Parma, continuano le indagini dei carabinieri del comando provinciale di Ferrara coordinati dalla Procura della Repubblica di Ferrara.
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