Scandalo donazioni Covid. Richetti: “E’ inaccettabile, serve trasparenza”
Una Ferrara repubblicana, liberale e democratica. Questo l’obiettivo del Pri, parte della coalizione di centrosinistra, a supporto della candidatura a sindaco di Fabio Anselmo
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La destra ferrarese continua ad agitare in maniera strumentale il criterio di "residenzialità storica" per ottenere un alloggio popolare, dimenticando quello che non ha fatto in questi anni: garantire davvero una casa dignitosa a chi ne ha bisogno
Nell'ultima settimana due sono stati gli incontri a Villanova con Fabio Anselmo e Sabrina Pignedoli e, dice Maria Teresa Pistocchi del Movimento 5 Stelle, "un sos corale si leva dalle piccole frazioni rurali del Comune di Ferrara"
“Per una città che sappia guardare lontano”, questo lo slogan della lista civica Ferrara Futura del candidato sindaco Daniele Botti, che spicca in mezzo alle bancarelle di cibo della tradizione ferrarese in un fucsia sgargiante. A raccogliere le firme e spiegare ai passanti il programma elettorale i candidati della lista e Botti in compagnia del deputato di Italia Viva Luigi Marattin
La Conferenza delle donne democratiche di Ferrara, all’indomani di un Primo Maggio che ci ha parlato di lavoro precario, lavoro non sicuro, lavoro povero, ha organizzato un momento di approfondimento sui diritti delle donne
È l’una di notte, e tutto va bene. Si potrebbe aprire e chiudere semplicemente così la cronaca dell’ultimo mercoledì sera in piazza Verdi, giunto dopo una settimana di dibattiti e polemiche sulla movida notturna a Ferrara. Un mercoledì atteso e temuto da tutti gli interessati alla vicenda: dagli studenti, che sperano di non perdere il proprio punto di ritrovo serale, all’amministrazione comunale, che aveva annunciato il pugno duro a partire dalle 23 in caso di schiamazzi notturni. Passando ovviamente per residenti e commercianti, preoccupati che l’attenzione mediatica sulla vicenda finisca paradossalmente per portare ancora più trambusto in piazza Verdi.
E invece la serata fila liscia senza troppe polemiche e con posizioni che forse – ma sarà ovviamente il tempo a chiarire questo aspetto – finiscono addirittura per avvicinarsi. Il vicesindaco Nicola Lodi, che sette giorni prima assisteva alle operazioni di ‘sgombero’ in piedi da un angolo della piazza, ha trascorso l’ultima serata in maniera decisamente più rilassata osservando la situazione da un bar all’angolo, in compagnia del proprio staff e del consigliere comunale Stefano Solaroli, mentre a poca distanza si notava anche l’assessore Alessandro Balboni con alcuni giovani di Azione Universitaria. Tra i giovani in mezzo alla piazza d’altro canto c’era chi ogni tanto invitava i coetanei più rumorosi ad abbassare il volume, per non dar adito a ulteriori tensioni con vicinato e amministrazione. La serata del resto non si presentava come una delle più affollate degli ultimi tempi, forse anche per il fatto che il giorno successivo (oggi) si sarebbe aperta una sessione di esami e di conseguenza molti studenti devono aver optato per una notte di riposo, mentre numerosi fuori sede in questo periodo non si trovano neanche a Ferrara.
Il connubio tra questi vari elementi porta a un mercoledì sera animato ma tutto sommato tranquillo e poco dopo le 2 di notte, quando i mezzi per le pulizie cominciano a percorrere le strade attorno alla piazza, Lodi e Solaroli si allontanano a piedi. Se qualcuno si attendeva polemiche o contestazioni pubbliche dopo l’annuncio di un ‘after’ in piazza Verdi, rimarrà insomma deluso. L’unica iniziativa contro l’amministrazione e il vicesindaco è quella – rimasta anonima – di qualcuno che ha fatto girare varie copie di un documento di Hera datato un mese fa (18 giugno), che contesta a Lodi di non aver pagato una bolletta da 307 euro nel suo vecchio negozio da barbiere in via Porta Romana e minaccia di rivolgersi a una società di recupero crediti. Sui fogli che circolano (che potete osservare nella galleria a fondo pagina) ci sono alcune scritte a pennarello: “Paga sceriffo”. Interpellato sulla questione, Lodi ci risponde di non essere a conoscenza di quell’arretrato e di non essere interessato a discuterne: “Non ne so niente, non mi è mai arrivata una notifica. Quel negozio non ce l’ho più da due anni e mezzo, non so cosa sia quel foglio e da dove venga. Siamo qui per far rispettare l’ordine in piazza Verdi, non per parlare di vecchie bollette”.
È l’unico momento in cui sale la tensione in un normale mercoledì sera estivo a Ferrara, anche se la questione della movida in piazza Verdi rimane aperta e di certo non sarà una notte senza eccessi a placare le richieste dei residenti e i commercianti, che vedono nel restyling della zona la premessa di tutti i problemi. Nel vicinato i giudizi sulla piazza sembrano variare nella forma ma non nella sostanza a seconda del grado di simpatia politica verso la precedente amministrazione: chi la rimpiange parla di “errori strategici” nell’impostazione della piazza, mentre chi ha festeggiato la caduta del Pd arriva addirittura a definirla come “l’ultima polpetta avvelenata di Modonesi”. Balboni condanna la scelta di non dotare la piazza di un bagno pubblico e afferma che quello dell’accesso a toilette pubbliche nei luoghi per la movida è un tema da riprendere in mano, dopo essere salita alla ribalta durante la celebre polemica sui ‘postriboli notturni’ sollevata dall’ex vescovo Negri per poi scomparire dai dibattiti politici degli ultimi anni. La questione, anche se poco elegante, non è secondaria: per quanto la serata sia trascorsa in modo abbastanza tranquillo e relativamente silenzioso, dopo le due di notte, alla chiusura dei bar e dei loro relativi bagni, diversi giovani iniziano a infilarsi nelle stradine laterali alla piazza, per poi ricomparire un paio di minuti più tardi. Il vicinato ovviamente non farà i salti di gioia. Una questione che dovrà essere affrontata per riuscire a trovare un equilibrio sostenibile in quella che è ormai diventata la piazza della movida studentesca ferrarese.
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