Vigarano
12 Giugno 2019
Il caso era scoppiato il 20 dicembre scorso dopo il servizio di Striscia la Notizia sull'attività del dottor Piganti

Medico si fa sostituire dalla moglie ragioniera: l’ambulatorio resta aperto, in attesa della sentenza

di Redazione | 2 min

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Vigarano Mainarda. Potrà tornare a praticare l’attività di medico di base, almeno fino a quando il tribunale di Ferrara non avrà fatto definitivamente chiarezza sulla situazione che si era creata nell’ambulatorio. È una prima, parziale, vittoria quella ottenuta dal dottor Enrico Piganti, il medico finito nell’occhio del ciclone dopo che, il 20 dicembre scorso, le telecamere di Striscia la Notizia rivelarono che parte del lavoro dello studio medico veniva svolto da sua moglie, diplomata in ragioneria e senza alcuna qualifica medica.

Martedì mattina il giudice del lavoro ha infatti notificato la “provvisoria sospensione dell’efficacia del provvedimento disciplinare di revoca dell’incarico convenzionale di assistenza primaria” al dottor Piganti. In poche parole, significa che la ‘punizione’ inflitta dall’Asl al medico vigaranese non avrà alcun effetto fino al termine del suo processo. Piganti potrà quindi continuare sia a visitare i vecchi pazienti che ad accoglierne di nuovi, benchè egli stesso – contattato da Estense.com – riconosce che “se un nuovo paziente vuole scegliere questo ambulatorio è libero di farlo, pur nella consapevolezza che tra qualche mese la situazione potrebbe cambiare”.

La decisione del tribunale ha fatto cambiare i piani all’Asl, che aveva in programma l’apertura di un ambulatorio sostitutivo in via Argine Reno 79 ma il provvedimento è stato annullato. Nei prossimi tutti gli assistiti del dottor Piganti riceveranno una comunicazione a domicilio per notificare le novità.

La vicenda del dottor Piganti iniziò il 20 dicembre scorso, dopo che fu mandato in onda il servizio di Striscia la Notizia che mostrava l’attività di sua moglie, ripresa dalle telecamere nascoste nello studio mentre il marito era impegnato con altri pazienti all’interno dell’ambulatorio. Nel servizio di Mediaset, si vedeva la donna prescrivere ricette mediche e firmarle al posto del marito, eseguire procedure informatiche per certificati di malattia, accettare un nuovo assistito e addirittura somministrargli un vaccino senza prima eseguire l’anamnesi per verificare eventuali controindicazioni.

Il dottor Piganti afferma oggi che le accuse iniziali che scaturirono da quel servizio sono state ridimensionate e che l’unico fatto per cui la moglie rischia di essere imputata per esercizio abusivo della professione medica è quello legato alla somministrazione del vaccino. La sua posizione e quella della moglie, e di conseguenza il destino dell’ambulatorio di Vigarano, verranno valutate nei prossimi mesi dal tribunale di Ferrara.

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