Comacchio
12 Settembre 2018
Comacchio 5 Stelle allarmato per eternit e incursioni nello stabilimento. Fabbri: "Tanto amianto, il nuovo progetto prevede la bonifica totale"

Ex Cercom, eternit alla portata di tutti nella ‘Fabbrica delle Polveri’

di Redazione | 2 min

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Comacchio. Lo stabilimento è un tripudio di amianto, con pannelli instabili e pericolanti, soggetti alle intemperie che li riducono in frantumi. Ciò che non dovrebbe sta succedendo nell’area Ex Cercom, l’imponente stabilimento industriale posto a ridosso di Porto Garibaldi, al centro delle cronache recenti per il progetto di recupero e riattivazione (sostenuto anche dalle ragioni di un recupero urgente).

A denunciare lo stato di degrado già noto, ma soprattutto la libera accessibilità al sito, è il gruppo Comacchio 5 Stelle, meetup recentemente rinato dalle ceneri del Movimento che nella cittadina lagunare portò Fabbri allo scranno di sindaco. La preoccupazione dei pentastellati, che corredano la segnalazione con numerosi scatti esemplificativi, è principalmente quella che bambini e ragazzi possano entrare nello stabilimento ed esporsi a rischi evitabili.

Proprio Fabbri, tra i favorevoli dell’acquisizione dello stabilimento da parte della multinazionale Arcilla Blanca, non aveva nascosto l’emergenza eternit, con un reportage fotografico pubblicato sulla sua pagina social che rendeva l’idea di un “luogo abbandonato dal 2002, solo in parte recuperato e con 10 mila metri quadri di eternit ancora da bonificare”. Lo stesso reportage non si limitava al problema amianto, ma evidenziava inoltre problemi strutturali non indifferenti e cedimenti pericolosi per gli sprovveduti visitatori.

“La proprietà attuale (la Sacmi di Imola), anche su sollecitazione dell’amministrazione Comunale ha operato campagne di bonifica negli ultimi tre anni, eliminandone in grandi quantità – informa il sindaco -, ma considerato che l’intera copertura è composta da quel materiale, ne è presente ancora molto. Nel progetto di riqualificazione è chiaramente prevista la bonifica intera”.

Sull’accessibilità dell’area invece (la vigilanza compete sempre alla proprietaria Sacmi), Fabbri ricorda come in mancanza di un presidio fisso, la ditta imolese abbia “periodicamente segnalato incursioni di estranei che scavalcavano o bucavano la recinzione”.

Un quadro che, secondo il primo cittadino, fa apparire chiara la necessità di intervenire con una riqualificazione di cui l’ente non può farsi carico dal punto di vista finanziario. Da qui il benestare alla proposta degli imprenditori spagnoli di rilevare l’area per farvi sorgere una nuova Cercom, attiva nella lavorazione della ceramica.

Per gli oppositori invece – riuniti nel Comitato No Fabbrica delle Polveri -, un recupero dettato da tale necessità porterebbe in ogni caso con sé nuovi problemi per cittadini e ambiente, legati al potenziale inquinante del nuovo stabilimento, oltre che problemi paesaggistici per la vicinanza dello stesso alla costa e all’ambiente vallivo del Parco del Delta del Po.

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