Cronaca
14 Gennaio 2017
Gli avvocati della difesa nutrono dubbi sui moventi dei soldi e del rendimento scolastico

Duplice omicidio di Pontelangorino, il figlio e l’amico restano in carcere

di Marco Zavagli | 3 min

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Il giudice Luigi Martello ha convalidato i fermi e disposto la custodia cautelare in carcere per i due minorenni responsabili dell’omicidio di Nunzia Di Gianni e Salvatore Vincelli avvenuto la notte tra lunedì e martedì a Pontelangorino. La decisione è arrivata nel tardo pomeriggio, dopo una riserva di alcune ore. Le udienze si sono tenute in mattinata in via del Pratello a Bologna, dove ha sede sia la procura per i minori che il centro di accoglienza.

Mentre M. rimarrà a Bologna, per Riccardo si prospetta la reclusione in una struttra di Torino, città dove risiedono alcuni familiari, tra cui due zie e il fratello Alessandro, nato dalal rpima moglie di Vincelli.

Il primo a comparire davanti al gip è stato Riccardo, assistito dall’avvocato Gloria Bacca. Circa trenta minuti di udienza durante la quale “abbiamo ripercorso alcuni passi del fatto”. Il ragazzo le è sembrato “molto confuso su alcuni passaggi” e “ora, lui e l’amico, si rendono conto molto bene di quello che han fatto”.

Riccardo e M., indagati per omicidio premeditato aggravato, hanno passato gli ultimi due giorni nella struttura penitenziaria. “Qui è nel suo posto – aggiunge Bacca -, nel senso che per quello che ha fatto dovrà pagare. Ci sono assistenti sociali, educatori, psicologi che lo aiuteranno a superare, per quello che può essere possibile, questo momento”. Anche “parte della famiglia ha espresso la volontà di rimanergli accanto”.

Quanto al movente, anche il legale sostiene che “i problemi a mio avviso sono più complessi del semplice rendimento scolastico, problemi adolescenziali e familiari gestiti da tutti i protagonisti in maniera sbagliata”.

Dopo mezz’ora è il turno dell’avvocato Lorenzo Alberti, difensore del complice, offrirsi a taccuini e microfoni. “La procura ha chiesto il massimo rigore, la permanenza in carcere, noi una misura attenuata”. Vale a dire “o la permanenza in comunità o i domiciliari”. M., a detta dell’avvocato, “si rende esattamente conto di quello che è successo. È sconvolto esattamente come i suoi genitori. Loro non si aspettavano certo una cosa di questo genere”.

Alberti non ha avuto il tempo di confrontarsi con il diciassettenne su come sia riuscito a compiere un gesto del genere, “avremo modo più avanti di farlo. Per ora siamo concentrati sugli aspetti processuali e su quello che sarà il suo immediato futuro”. Tornando al movente, per Alberti “questi famosi 80 euro, a mio parere, rappresentano un particolare molto debole e paradossale. Bisogna approfondire l’argomento con persone più competenti anche dal punto di vista psicologico”.

Quanto invece alla premeditazione, come già anticipato il giorno precedente a Estense.com dalla sua collega Bacca, “risulta quasi una estemporaneità della cosa, non certo una premeditazione di mesi prima”.

Spettatori passivi dell’udienza erano anche i genitori di M., usciti con gli occhi gonfi e il passo svelto per evitare l’assalto dei cronisti. “Non ci aspettavamo una cosa di questa portata; quella sera M. non aveva dato segnali di alcunché, non c’era nulla di sospetto”.

Ora si attende l’autopsia sui corpi delle vittime. Le difese non parteciperanno con propri conuslenti di parte, “anche perché – spiega Alberti – la dinamica degli omicidi è già chiara- Attenderemo che il procedimento epnale faccia il suo corso e decideremo quale sarà la strada processualmente più idonea e meno indolore per il mio assistito”.

L’avvocato valuterà nei prossimi giorni se fare istanza di riesame contro il provvedimento di custodia cautelare in carcere, “anche se molto probabilmente faremo richiesta di assegnazione ai domiciliari non subito, ma certamente più avanti”. Nel frattempo verrà nominato un consulente esperto in psicologia dei minori “da affiancare al ragazzo per aiutarci a capirne la personalità”.

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