Politica
28 Ottobre 2016
La proposta a Camelot: "Ticket nominativi, spendili unicamente dal beneficiario e limitativi"

Buoni spesa, M5S: “Ci sono soluzioni per scoraggiare il mercato nero”

di Redazione | 3 min

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buoni“Pare impossibile che l’unica realtà che si occupa di accoglienza a Ferrara da tanti anni, in regime di monopolio di fatto, e gestisce risorse della collettività per milioni di euro prendendo in carico migliaia di migranti, abbia generato un sistema così lacunoso”.

E’ la critica mossa dal Movimento 5 Stelle Ferrara nei confronti della cooperativa Camelot, al centro della polemica sui buoni spesa destinati ai profughi utilizzati impropriamente da altri soggetti per acquistare beni di tutti i tipi alla Coop.

Un “fenomeno complesso” per cui la stessa Camelot aveva detto di fare fatica a trovare soluzioni. Ma, secondo il gruppo pentastellato, “la cooperativa non può limitarsi a riconoscere la propria impotenza di fronte a questa pratica odiosa: ha l’obbligo civile e morale di fermarlo trovando soluzioni, che sono peraltro molto più semplici di quello che si vuol par credere”.

La soluzione per scoraggiare il mercato nero dei buoni spesa, fra l’altro già sospesi da Coop Alleanza per dimostrare la propria estraneità nella vicenda, secondo il M5S è semplice: “I buoni devono diventare nominativi, spendibili unicamente dal beneficiario. Coop verifica l’identità di chi intende fruire della propria carta fedeltà, allo stesso modo potrà tranquillamente controllare anche l’identità di chi spende il buono e così potrà fare ogni altro esercizio aderente al progetto”.

“Va inoltre limitata e mirata la spendibilità del buono verso alcune merci ben definite, ad esempio generi alimentari e vestiario – proseguono -, anche convenzionandosi con associazioni che operano sul territorio per il bene comune (pensiamo ad esempio al mercatino Ado, per il vestiario) per fare sì che le risorse tornino in circolo per la collettività”.

“Non è neanche detto che sia indispensabile ricorrere ai buoni spesa” aggiungono i pentastellati prendendo ad esempio la gestione nel trevigiano, “dove non si utilizzano buoni spesa; i centri di accoglienza provvedono pasti e vestiti autonomamente approvvigionandosi nei diversi negozi del territorio, o recuperando i generi alimentari in scadenza”.

Insomma, “è evidente che se davvero si volesse affrontare il problema con spirito costruttivo, virtuoso e in piena trasparenza, le soluzioni semplici ed immediate ci sarebbero, eccome. Ci attiveremo nelle sedi opportune nei prossimi mesi affinché questo accada”. Tra le proposte del M5S c’è anche l’ampliamento della platea di attori in gioco.

La “prima grave anomalia di questo sistema”, a detta dei pentastellati, è infatti che “l’unico beneficiario dei buoni spesa è Coop, che si trova ad esercitare un monopolio assoluto di tutte le risorse pubbliche destinate all’accoglienza a Ferrara; devono essere coinvolte altre realtà, altri attori dell’economia del territorio”. Anche in questo caso si prende a modello esperienze esterne: “In Val Camonica, provincia di Brescia, ad esempio, i Comuni hanno stipulato accordi coi negozi di vicinato per fare in modo che gli acquisti per le strutture di accoglienza vengano fatti lì, generando una ricaduta economica sul territorio”.

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