Politica
23 Ottobre 2016
La denuncia del Carroccio estense: "Scandalo ed evasione da centinaia di migliaia di euro"

Lega, j’accuse a Camelot: “C’è un racket di buoni spesa”

di Redazione | 4 min

Leggi anche

Balboni: “Allarme allagamento in Cortevecchia insulta l’intelligenza dei ferraresi”

"Lanciare l'allarme 'allagamento' in piazza Cortevecchia davanti a poche pozzanghere di un centimetro di profondità è un atto che insulta l'intelligenza dei ferraresi". Esordisce con queste parole l'assessore Alessandro Balboni notando che "la stessa foto postata sui social e ripresa nell'interpellanza ci fa vedere in realtà poche piccole pozzanghere"

Ferrara al Centro. La lista di Andrea Maggi in appoggio a Fabbri

Ferrara al Centro è il nome della nuova lista civica dell'attuale assessore ai lavori pubblici, sport e Pnrr Andrea Maggi. Nasce dall'esperienza di Ferrara Cambia e sosterrà la candidatura a sindaco di Alan Fabbri alle prossime elezioni amministrative di giungo

video_2di Silvia Franzoni

In zona San Giorgio – ma così anche in IV Novembre o in tutta la Gad – non è difficile trovare alcuni richiedenti asilo che vendono i buoni spesa ricevuti dalla cooperativa Camelot ad un prezzo inferiore al loro valore. Ed è altrettanto semplice, una volta comprati, spenderli nei supermercati Coop – gli esercizi convenzionati per la spesa sono Coop Alleanza 3.0 e Robintur – per comprare qualsiasi cosa: tablet, orologi, alcolici.

Non sarebbe complicato neppure rivenderli una seconda volta, a metà del loro valore: li acquistano senza troppi problemi i titolari dei negozi di alimentari etnici, ma succedeva anche coi rivenditori cinesi. Quantomeno, non è stato affatto difficile per Nicola Lodi (Ln), compiere tutti questi passaggi – e testimoniarli con telefonino alla mano – per presentare il suo j’accuse sul “sistema di racket dei buoni spesa di Camelot”.

L’inchiesta firmata dal Carroccio estense è stata presenta alla stampa, rompendo il riserbo dei giorni scorsi, poco prima che arrivasse sulla scrivania del questore e proprio all’indomani – “ma avevamo programmato l’appuntamento da tempo, e non c’entra nulla” – degli avvisi di garanzia pendenti su una dirigente del Comune e sull’ex direttore Asp sul caso degli affidamenti diretti alla cooperativa Camelot. “La questione è molto grave, avrà riflessi politico-giuridici importanti” presenta Alan Fabbri, capogruppo regionale Lega Nord, “non vogliamo attaccare i richiedenti asilo, ma un intero sistema di mancati controlli”.

Lodi-Fabbri_buoniCamelot-1Il video girato da Lodi denuncia un episodio di compravendita di buoni spesa – una prestazione che non costituisce moneta, ndr – affidati ad un richiedente asilo, il suo uso da parte di terzi e la possibilità di rivendita al ribasso dello stesso. Il buono spesa, del valore di 5 euro – non è chiaro se si tratti del pocket money, il contributo previsto nei programmi Spar per le spese personali – passa di mano in mano senza controlli: “si tratta di soldi freschi, è un vero e proprio racket e lo conoscono i molti – accusa Lodi – conservo anche i messaggi dei dirigenti Coop che forzano le cassiere ad accettarli senza riserve, e lo capisco, è più semplice per loro, si tratta di business”.

L’indagine “rischiosa e complessa”, racconta, è durata due mesi ed è partita dalle segnalazioni di alcune cassiere – di cui non si viola la privacy – insospettite “dalle sporte di buoni spesa con cui i cinesi si presentavano al sabato per comprare di tutto, anche tablet e orologi”. Il video mostra come ora il mercato di compravendita si sia spostato dai negozi di oggettistica cinese – “non li compriamo più”, ammette con imbarazzo un ragazzo di cui non si nasconde l’identità – ai rivenditori di carne Halal e agli alimentari aperti anche a tarda sera. “Si tratta di centinaia di migliaia di euro – accusa Lodi – i buoni sono svenduti a 2,50 euro, c’entra la mafia cinese ed è un traffico che frutta molto di più di quello degli stupefacenti”.

Ma le cassiere, come racconta Lodi, avanzavano un’altra perplessità: “i richiedenti asilo usano quei buoni per comprare delle casse di birra”. Sui buoni spesa – che sono progressivi ma non nominali – non c’è alcuna limitazione circa l’acquisto dei prodotti, che si intende possibile su ogni merce purché esposta nel centro commerciale convenzionato.

buoniMa la possibilità che questi buoni marchiati Camelot possano essere usati per generi che non siano alimentari né di prima necessità non piace affatto al Carroccio, e i toni si alzano: “mi verrebbe da pensare che chi scappa dalla guerra usi quei 5 euro per prendere quante più cose possono servirgli, invece vanno a comprare alcolici – tuona Lodi – perché si vogliono divertire, è quello che succede in Gad, i disagi si creano anche per colpa di questi buoni. Se con quei buoni non comprano alcol, li svendono: e pensare che ci sono famiglie italiane che per 5 euro farebbero salti mortali”. A questo punto, nella piccola sala conferenze, scoppia un applauso.

Il video – 17 minuti circa – ha un preciso significato politico: “è la denuncia di un sistema finto di accoglienza, un racket di rivendite al ribasso dai numeri impressionanti”, come chiosa Fabbri ipotecando future interpellanze parlamentari. I mancati controlli sui buoni spesa dati ai richiedenti asilo – ma si potrebbe dire che il controllo è generalmente disatteso per tutti i buoni spesa, anche quelli nominali, o comunque delegato alle politiche del punto vendita – sono letti come “assenza di cura dei soldi che lo Stato mette in campo – continua – perché se non sono d’accordo con la politica d’accoglienza del governo, ma la rispetto, quello che proprio non posso accettare è la venuta meno di questi principi morali”.

Meno pacato è Lodi, che lega direttamente ai richiedenti asilo “un sistema d’arricchimento per chi dovrebbe essere rispedito a calci a casa”. Non è però chiaro, in un ipotetico sistema di arricchimento personale, il motivo della svendita – “forse c’è un capo dei richiedenti che raccoglie i buoni e decide quanti rivenderli”, avanzano dal Carroccio – né la complicità di Coop e Camelot – “ma se lo sappiamo noi di questo traffico, lo sanno molti altri”, ribattono”: tutte precisazioni che lo j’accuse pretende implicitamente dai diretti interessati. “Intanto speriamo che ritirino i buoni immediatamente”, fanno sapere.

Grazie per aver letto questo articolo...
Da 18 anni Estense.com offre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.

 

OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:

Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com