Incendio nell’ex distilleria di via Turchi a Ferrara
Intorno alle 20.30 di martedì sera (14 gennaio), un incendio è divampato all’interno dell’ex distilleria di via Turchi, un complesso abbandonato da tempo situato nella periferia cittadina
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Pensavano di approfittare della confusione degli acquisti prenatalizi per mettere a segno il colpo senza essere scoperti. Così invece non è andata per tre giovani stranieri che, la mattina dell’11 dicembre, erano entrati di buon’ora in un negozio specializzato nella vendita di dispositivi elettronici situato in zona Porotto
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Avrebbe accusato ingiustamente un compagno di cella di far parte - insieme a un altro gruppo di soggetti - di un'organizzazione criminale che stava pianificando un attentato per uccidere un giudice del tribunale di Ferrara
Tredici milioni di euro. A tanto potrebbe ammontare il rimborso che Hera sarebbe costretta a versare nelle casse dei ricorrenti nel caso in cui venisse accolta la richiesta
La Procura di Ferrara ha chiuso le indagini per l’omicidio di Davide Buzzi, il 42enne ucciso durante la serata del 1° settembre scorso all’interno del bar Big Town di via Bologna, mentre era in compagnia del 21enne Lorenzo Piccinini, a seguito di una violenta e tragica colluttazione con il 41enne Vito Mauro Di Gaetano, titolare del locale, e suo padre, il 70enne Giuseppe Di Gaetano, oggi entrambi detenuti nel carcere di via Arginone.
L’accusa formulata nei loro confronti dalla pm Barbara Cavallo è duplice: omicidio in concorso aggravato dalla crudeltà per la morte di Buzzi, tentato omicidio – sempre in concorso – per le ferite inferte a Piccinini, ricoverato e operato con urgenza all’ospedale Sant’Anna di Cona, dove è rimasto per oltre un mese e mezzo prima di essere dimesso, riuscendo a salvarsi miracolosamente nonostante le lesioni subite nello scontro.
Secondo l’impianto accusatorio, ‘armato‘ con varie bottiglie di liquore e con una chiave inglese, Mauro Di Gaetano avrebbe colpito inizialmente in testa Buzzi che poi, una volta inginocchiatosi, sarebbe stato ferito numerose volte in faccia e sul corpo da Giuseppe Di Gaetano, mentre quest’ultimo impugnava un coltello a serramanico da circa dieci centimetri di lama.
Successivamente, dopo aver ricevuto un altro colpo di bottiglia alla testa, il 42enne, barcollante, avrebbe cercato di appoggiarsi al bancone del bar, quando sarebbe stato raggiunto ancora dal proprietario del locale che, con un lucchetto da circa un chilo tra le mani, gli avrebbe rifilato tra i 37 e i 38 colpi alla testa, la maggior parte dei quali inferti dopo che la vittima era già caduta a terra, sdraiata sul pavimento, fino al momento del decesso per soffocamento provocato dal suo stesso sangue.
La chiave inglese, le bottiglie di liquore e il lucchetto, Mauro Di Gaetano li avrebbe usati anche per farsi giustizia privata con Lorenzo Piccinini, che sarebbe poi stato anche accoltellato da Giuseppe Di Gaetano rischiando di perdere la vita, se non fosse che, fortunatamente, i fendenti non andarono a compromettere gli organi vitali e la tempestività dei soccorsi, allertati dal titolare del bar su minaccia di Buzzi, pochi minuti prima che questo venisse aggredito in maniera letale, ricoprirono un ruolo fondamentale nel salvargli miracolosamente la pelle.
Nonostante ciò, anche Piccinini dovrà rispondere di quanto accaduto durante quella sera di fine estate. A lui infatti, che oggi si trova nel carcere di Modena, la Procura contesta il reato di tentata estorsione aggravata ai danni di Mauro Di Gaetano dal momento che, insieme a Buzzi, usando violenza e minacce, lo avrebbe costretto a versare la somma mensile di 3.000 euro.
Già qualche giorno prima, il 25 agosto, secondo la ricostruzione che fanno gli inquirenti, Buzzi aveva minacciato e picchiato il proprietario del Big Town intimandogli di pagare il ‘pizzo’ entro il 25 settembre se non avesse voluto che il suo locale andasse a fuoco. Lo riteneva responsabile dell’arrivo in ritardo dei soccorsi per il suo ‘figliastro‘, il 19enne Edoardo Bovini, che morì nella notte tra il 12 e il 13 agosto proprio davanti al bar, a seguito di un malore che accusò dopo aver assunto letalmente cocaina mentre soffriva già di una patologia cardiaca.
Una circostanza smentita dalle indagini della Procura, anche perché Di Gaetano quella sera non si trovava a Ferrara.
La sera del 1° settembre quindi, insieme a Piccinini, cugino di Bovini, Buzzi si era presentato con una tanica di benzina nel locale, che aveva appoggiato sul bancone con intenzioni minatorie. Giuseppe Di Gaetano, che aveva chiesto spiegazioni di quanto stesse succedendo, sarebbe stato picchiato violentemente dai due: il 42enne avrebbe dato gomitate, pugni e calci all’anziano, facendolo cadere a terra due volte, mentre il 21enne, nell’ordinargli di uscire dal bar con arroganza, lo avrebbe colpito a sua volta con calci, lanciandogli addosso anche una bottiglia.
I due però non sarebbero riusciti nel loro intento a causa del comportamento di Vito Mauro e Giuseppe Di Gaetano, che reagirono e si scagliarono su Buzzi e Piccinini, uccidendo il primo e ferendo gravemente il secondo.
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