Politica
23 Agosto 2019
Interviene nuovamente anche il prof Picci di Unibo sulle accuse di strumentalizzazione contenute nel diniego all'accesso agli atti della Commissione etica: “Grave che un funzionario pubblico esprima tali giudizi all'interno di un atto di un procedimento”

Caso Zauli. Baraldi (Pd): “Atteggiamento di chiusura non fa onore all’Università”

di Redazione | 2 min

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Anche la consigliera comunale del Pd Ilaria Baraldi chiede uno sforzo verso la trasparenza all’Università di Ferrara in merito ad alcune ricerche del rettore Giorgio Zauli e al giudizio della Commissione etica sul caso (che, come riportato da lui stesso, non ha individuato dolo o colpa grave a suo carico).

Baraldi interviene dopo il nostro articolo sul rifiuto di Unife di consegnare in tutto o in parte la documentazione della Commissione, soprattutto il provvedimento motivato. “Il primo ad avere interesse ad una assoluta trasparenza (che non può essere solo del metodo, ma anche del risultato, e che non coincide solo con la “pubblicità” dei dati richiamati ma con la loro massima accessibilità) dovrebbe essere proprio il Prof. Zauli, per ragioni personali e accademiche, avendo tutto l’interesse a sciogliere ogni dubbio sulla regolarità delle sue ricerche – afferma l’ex segretaria comunale del Partito Democratico -. Dovrebbe volerlo anche in quanto Rettore, per difendere l’onorabilità della carica che ricopre temporaneamente in rappresentanza dell’Ateneo. Dovrebbe volerlo la Commissione Etica, per dimostrare la correttezza del proprio giudizio. Dovrebbe ovviamente volerlo l’Università tutta per chiudere definitivamente un caso che ha prodotto e produce imbarazzo, non tanto e non solo per il merito della causa scatenante (le ricerche del prof. Zauli) quanto per l’atteggiamento di chiusura a ogni giudizio esterno che ne è seguito e che, appunto, non fa onore ad un luogo che produce conoscenza, basando la sua ragion d’essere sulla libera circolazione di idee. Dovrebbe, infine, volerlo la città tutta, per il legame inscindibile di Ferrara con il prestigio e il valore della nostra Università”.

Sul caso interviene nuovamente anche Lucio Picci, professore di Economia politica all’Università di Bologna che già aveva criticato Unife e i docenti rimasti in silenzio quando ancora non era noto l’esito del giudizio della Commissione etica e che di fatto ha portato il rettore a renderlo pubblico. Picci si concentra questa volta sulle argomentazioni e i modi usati da Unife per rispondere alla nostra richiesta di accesso civico generalizzato. Richiamando le accuse di voler strumentalizzare la vicenda contenute nella motivazione al diniego, il professore di UniBo afferma che  “è grave che un funzionario pubblico esprima tali giudizi all’interno di un atto di un procedimento, in buona sostanza affermando che l’interlocutore è in malafede – e anzi, facendo almeno in parte derivare da tale indimostrabile pregiudizio il diniego alla richiesta. Ne va del principio di imparzialità dell’agire dell’amministrazione, e di un – ammetto, più etereo – criterio d’eleganza”.

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