Politica
19 Marzo 2016
Parla la responsabile di Pax Christi che partecipò al referendum del 2007

La scomparsa del Movimento. Mambelli: “Rovinato dai personalismi”

di Redazione | 5 min

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Un corteo dei comitati contro l'inceneritore

Un corteo dei comitati contro l’inceneritore

di Daniele Modica

Fu tra le personalità più attive nella battaglia del Movimento ambientalista contro turbogas e inceneritore. Alessandra Mambelli faceva parte di Lilliput come responsabile di Pax Christi di Ferrara. Dopo il successo del referendum autogestito, però, qualcosa non funzionò. Lei non ha mai abbandonato l’impegno civile, portando avanti le proprie battaglie attraverso Gentedisinistra, Comitato Acqua Pubblica e, attualmente, come presidente dell’Unione Ciechi di Ferrara.

Che cosa ha rappresentato per Ferrara quel periodo di impegno comune culminato con il referendum? È stato anche per lei, come per molti che vi parteciparono uno dei momenti d’oro dell’opposizione ferrarese?

“Sinceramente non ho vissuto il referendum del 2007 come un apice di vitalità dell’opposizione. Mi impegno da molti ambiti nel campo della pace e dei diritti, dell’ambiente e dell’acqua, della politica e del bene comune, del dialogo intraecclesiale e della disabilità, e in tutti questi ambiti ci sono stati momenti di passione ravvivata ed altri di “crollo” della partecipazione e dell’interesse. Se cominciassi a cercarli con minuziosità, non so quanti potrei citarne”.

Ce ne dica due o tre rilevanti anche a livello locale.

“Per esempio il comitato sull’acqua, l’esperienza Lilliput, o anche le varie manifestazione contro Silvio Berlusconi (almeno il merito di unire le opposizioni dobbiamo riconoscerglielo)”.

A livello pratico l’esito del referendum a Ferrara non ha comunque portato a quasi nulla di fatto di quello che si proponeva (a parte controlli più capillari), o sbaglio?

“Certo il risultato del referendum 2007 non ha portato a nulla, ma del resto era prevedibile. Secondo me è stato deludente perchè c’erano dei Verdi nella maggioranza che ha sostenuto la turbogas e la triplicazione dell’inceneritore: questa è una ferita nella memoria che non è mai stata rimarginata, anche se i protagonisti ci hanno assicurato di aver agito in buona coscienza”.

Perché i protagonisti delle vicende che ruotano attorno al referendum si sono progressivamente allontanati e non sono più riusciti ad unirsi nuovamente?

È una storia che si ripete. Sia in occasione del referendum 2007, così come in altre circostanze, si inizia a lavorare insieme ma poi ci sono personalità che vogliono emergere e tendono a contrapporsi ad altre: quelli di tizio… e quelli di caio, il gruppo che si raccoglie intorno a Rifondazione o a Sel o ad altro, il centro sociale che non vuole mescolarsi ai vecchi di sinistra, ecc. Le simpatie e le affinità in parte sono normali, probabilmente inevitabili. Il problema è che in tutte le occasioni che ho ricordato, anche quando si sta preparando uno statuto, degli approfondimenti, una metodologia di partecipazione, delle priorità di contenuti, si presenta una scadenza elettorale per cui si abbandona tutto e si finisce per parlare solo di schieramento, scelta del leader o della lista. E tutto il percorso messo a punto prima finisce…”

In vacca, lo dico io.

“Esatto”.

Nel referendum del 2007 non ha avuto ruoli da protagonista, ma era coinvolta.

“Sì, diciamo che non mi sono mobilitata in prima persona, ma in quegli anni ero molto attiva dentro Lilliput e abbiamo seguito da vicino quei temi insieme a tutte le questioni civili ed ambientali locali ed internazionali che si intrecciano fra di loro”.

Quando e come è iniziata nella sua vita la sensibilità nei confronti delle tematiche ambientali?

“Io sono partita dal tema della pace: sia per provenienza cattolica, sia per sensibilità personale, sono molto convinta che sia necessario per l’umanità cercare di camminare verso la giustizia, la pace, il rispetto per le persone e per l’ambiente. Il grande tema della pace infatti include tutto: relazioni pacificate, diritti e giustizia, rispetto e salvaguardia per l’ambiente. Le questioni sono così profondamente intrecciate che non saprei dire quando ho iniziato ad interessarmi di ambiente”.

Come giudica l’opposizione politica locale di oggi?

“Credo che oggi sia quasi tutto bloccato sul tema immigrazione, nel bene e nel male”.

Quindi la questione ambientale oggi non è più l’urgenza numero uno o è ancora sentita come tale dai ferraresi?

“L’ambiente è sempre più una questione fondamentale, basti vedere i cambiamenti climatici che stiamo subendo! Qualcosa è stato fatto ma mancano ancora dei passi decisivi. Nel frattempo la popolazione aumenta, le risorse calano, non vedo un futuro molto roseo”.

La popolazione ferrarese sente come un’emergenza i problemi connessi all’ambiente? Se sì, le pare che lo abbia espresso in termini di partecipazione o di preferenza alla urne?

“Si tende molto a guardare il proprio orto: se la trivella è a casa tua, la biogas accanto a te, il traffico comodo o scomodo per te. Come Gentedisinistra, di cui faccio parte, abbiamo cercato di creare coordinamenti e letture più di ampio respiro, ma purtroppo è più facile rimanere nel proprio piccolo guscio”.

Vuole proporre lei delle tematiche sulle quali l’opposizione potrebbe incrociare le spade?

“I temi che per me sono cruciali sono: una gestione partecipata, a chilometro zero, del territorio e una lettura globale, e storicamente di larghe vedute, delle vicende mondiali, ma credo che su questo sia difficile creare un’opposizione politica nel senso elettorale del termine. Pure avendo fatto tentativi in tal senso, ho idea che sia più una sensibilità culturale, associativa, che una capacità-facoltà da gruppo politico”.

Prima di lasciarci, quali progetti in tema ambientale e di impegno pubblico nel suo prossimo futuro?

“Al momento, oltre tutte le appartenenze di cui ho parlato, sono stata eletta presidente dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti – sezione di ferrara. Per cui per alcuni anni avrò questioni molto pratiche da affrontare: inserimento scolastico, lavorativo, nelle attività di tempo libero e nella vita quotidiana in genere. Non mancherà comunque un apporto anche culturale, in tema di riconoscimento della pari dignità di ogni persona e del contributo sociale e di significato che tutti possono portare”.

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