Cronaca
10 Marzo 2016
Confermate le versioni del primo processo, ma la teste chiave è ora irreperibile

Omicidio Burci, l’Interpol sulle tracce della teste chiave

di Redazione | 2 min

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Un’udienza ‘lampo’, quella che si è tenuta ieri e che ha visto i testimoni della procura riconfermare davanti ai giudici le proprie versioni rilasciate nel primo processo, e già acquisite negli atti dibattimentali del nuovo procedimento. L’obiettivo dei magistrati è quello di chiudere il prima possibile il processo attraverso la riconferma di gran parte degli atti su cui si basò la decisione dei giudici di Ferrara.

A confermare le proprie versioni davanti alla Corte d’Assise sono stati quindi il consulente tecnico e tre testimoni della procura estense, amici e conoscenti di Paula che erano a conoscenza della drammatica vicenda che portò alla morte della 19enne di origini rumene, il cui corpo carbonizzato fu trovato nelle campagne attorno a Zocca di Ro da alcuni ragazzi il 21 marzo 2008. Paula era stata portata in Italia dal cugino, con la promessa di un posto di lavoro come badante. Dopo un breve soggiorno in albergo fu ospitata nella casa di Benazzo insieme alla Pitroescu, e da quel momento cominciò il calvario agli ordini dei suoi aguzzini, che ogni notte la portavano a prostituirsi.

Paula decise di scappare dai suoi aguzzini dopo essersi innamorata di un ragazzo italiano, ora tra i principali testimoni dell’accusa. Ma gli sfruttatori avevano ben altri piani in serbo per lei: dopo averla ritrovata la massacrarono a colpi di martello, forcone, calci e pugni. Paula perse conoscenza e la portarono al margine di un bosco. Nonostante respirasse ancora, la bruciarono viva e coprirono i resti carbonizzati con un tronco. A rivelare questo terribile dettaglio fu la compagnia di cella della Pistroescu, identificata nel 2011 dalla squadra mobile di Ferrara come una degli artefici del delitto. A quel tempo l’imputata era detenuta a Craiova dopo una condanna per sfruttamento della prostituzione, e durante la detenzione raccontò alla compagna di cella del feroce omicidio commesso anni prima a Ferrara.

Proprio la ex compagna di cella della Pistroescu potrebbe ora rappresentare un ostacolo alla veloce conclusione del processo a Rovigo, visto che al momento risulta reperibile e non ha quindi potuto confermare la propria versione. Sulle sue tracce si è ora messa l’Interpol, che in caso di successo potrà consentire al tribunale di acquisirne la testimonianza durante la prossima udienza, prevista per il 6 aprile.

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