Cronaca
23 Giugno 2018
“Io sono stato ricattato e minacciato. Di una questione privata si è fatta strumentalizzazione politica”

Caso Camelot. Parla l’uomo accusato di stalking e abuso di ufficio

di Marco Zavagli | 2 min

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Ha appreso da Estense.com di essere sotto inchiesta per abuso d’ufficio e stalking. Secondo i carabinieri avrebbe approfittato del suo ruolo per adescare donne straniere con la promessa di sveltire le pratiche per il permesso di soggiorno.

“E invece la vittima sono io”, afferma il diretto interessato, un uomo di 46 anni di nazionalità palestinese residente a Copparo, che lavora per Camelot e che respinge “fortemente tutte le accuse che mi sono state accostate, perché nulla di tutto ciò che è stato detto è vero”.

L’uomo sottolinea come tutta la storia sia “una questione privata, estranea al mio lavoro” e che la parte lesa “sono io. Io sono stato stalkerizzato, minacciato e ricattato e intendo fare denuncia per calunnia e diffamazione. Non mi sembra giusto che io debba pagare per una questione mediatica a causa della natura del mio lavoro strumentalizzata da terzi a fini politici, semplicemente perché sono straniero”.

A riprova di questo afferma di avere materiale video e sms che dimostrano la sua versione e, forte di questi, ribadisce che adirà le vie legali.

Anche per quanto riguarda la sua posizione, il 46enne assicura che “non ho il potere di influire nell’iter di una pratica, io sono un semplice passacarte. Compilo delle pratiche facilitando le richieste di persone straniere e poi le spedisco all’ufficio di competenza che sul suo datore di lavoro ha qualcosa da dire. “Lavoro per Camelot dal 2011, prima con contratti interinali e poi come dipendente dal 2008 con contratto part time di poche ore al giorno. In tanti anni non ho mai avuto problemi. Da loro mi aspettavo più tutele”.

La cooperativa gli ha fatto sapere che nei suoi confronti è stata adotta una sospensione cautelativa dal lavoro cui seguirà un procedimento disciplinare. Un procedimento “ingiustificato e irrituale, al quale mi opporrò”.

“Alla fine di tutta questa storia – aggiunge – qualcuno pagherà, perché se qualcuno ha sbagliato non può rimanere impunito. Io sono stato ricattato, minacciato e infamato dalla persona che mi ha denunciato e non sono nemmeno stato mai sentito dagli inquirenti. Io e mia moglie abbiamo appreso tutto dal vostro giornale”.

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