Cronaca
20 Giugno 2018
Il 46enne gestisce le richieste di permesso di soggiorno. Una cede alle avance poi lo lascia: lui inizia a perseguitarla e minacciarla

Dipendente di Camelot approfitta del suo ruolo per adescare donne straniere

di Redazione | 3 min

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Dipendente di una cooperativa sociale, convenzionata con il Comune di Ferrara che gestisce le richieste di permesso di soggiorno, approfitta della sua posizione per adescare donne straniere con la promessa di velocizzare le pratiche e, quando viene lasciato da una di loro, arriva a perseguitarla con minacce via sms e appostamenti sul luogo di lavoro.

È una storia che ha quasi dell’incredibile quella emersa dalle indagini dei carabinieri della Stazione di Copparo che hanno denunciato l’uomo per i reati di atti persecutori continuati e abuso d’ufficio.

Si tratta di un uomo di 46 anni di nazionalità palestinese residente a Copparo, che lavora per Camelot, con mansioni di gestione delle richieste di permesso di soggiorno di cittadini stranieri.

Il 46enne, secondo gli inquirenti, approfittando della propria funzione, aveva estrapolato i numeri di telefono dalle istanze di alcune donne straniere che poi aveva contattato, utilizzando il telefono dell’ufficio, per combinare incontri privati previa promessa di un suo interessamento nell’istruzione delle pratiche.

L’uomo – secondo i carabinieri – aveva così iniziato e intrattenuto per 4 anni una relazione sentimentale con una donna straniera residente nella provincia di Ferrara, la quale, però, avendo scoperto che l’indagato era sposato, aveva interrotto la relazione sentimentale.

La fine della ‘storia d’amore’ avrebbe scatenato la reazione persecutoria del 46enne che, non rassegnandosi al fatto di essere lasciato dalla sua amante, è arrivato a minacciare con messaggi e appostamenti sul luogo di lavoro la malcapitata che ha quindi sporto denuncia in caserma.

La denuncia è scattata nella giornata di martedì 19 giugno ma le indagini, come riferito dagli inquirenti, proseguiranno per verificare quante donne avrebbero ceduto alle avance del dipendente della cooperativa.
Sulla vicenda interviene la cooperativa Camelot, che si dichiara rattristata dalle notizie che apprende dalla stampa in relazione alle condotte attribuite ad un proprio dipendente operante presso il Comune di Ferrara.
Nel dichiarare di stare senza se e senza ma dalla parte della vittima di quanto potrebbe essere un gravissimo abuso delle funzioni, Camelot sottolinea come non ci sia nessun nesso tra le mansioni svolte dal dipendente e le condotte persecutorie che gli vengono attribuite.
A quanto emerge, infatti, il dipendente, mero addetto allo sportello senza alcuna attribuzione decisionale, avrebbe millantato poteri e prerogative del tutto fantasiose, esercitando pressioni su terzi a fini esclusivamente personali.

“Rimaniamo costernati – dichiara Patrizia Bertelli, Presidente della cooperativa Camelot – per un comportamento gravissimo che, se fosse confermato, vedrebbe anche noi, cooperativa composta prevalentemente da donne, parte lesa nella nostra reputazione. Come tale abbiamo intenzione, qualora le indagini confermassero le accuse al nostro dipendente, di costituirci parte civile, al duplice fine di tutelare la nostra immagine ed aiutare la posizione della vittima”.
In ogni caso il dipendente sarà cautelativamente sospeso dal servizio anche in attesa dell’accertamento dei fatti nelle sedi proprie.
“Se è vero che il nostro dipendente, abusando delle informazioni avute grazie alle mansioni cui era destinato, ha fatto pressione su taluno per avere vantaggi personali, la cooperativa prenderà i più severi provvedimenti. A tal fine è stato già dato impulso al procedimento, volto all’immediato accertamento interno dei fatti”.

articolo modificato il 20 giugno 2018 alle ore 18.04 e aggiornato con le dichiarazioni di Camelot il 20 giugno 2018 alle ore 22

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