Spal
21 Marzo 2018

Spal. Vagnati: “Dato segnale alle avversarie”

di Redazione | 4 min

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Davanti ad una cornice di pubblico meravigliosa, nonostante il meteo ed un campionato di grande sofferenza, i biancoazzurri battono il Pineto trovando la terza gioia consecutiva e soprattutto la salvezza aritmetica.

Spal, c’è il Pineto tra i biancazzurri e la salvezza

Chiudere il discorso salvezza, con un occhio puntato anche ai risultati delle altre. Nella gara di oggi contro il Pineto, l’ultima di campionato al “Mazza”, la Spal vuole chiudere bene la stagione davanti al proprio pubblico prima della trasferta di Olbia: la vittoria contro gli abruzzesi garantirebbe agli estensi la salvezza matematica

di Davide Soattin

È un Davide Vagnati per un giorno libero dai propri panni di direttore sportivo e travestito da trainer motivazionale quello che, nel corso del workshop organizzato presso il Paolo Mazza da Randstad con la collaborazione della Spal, è intervenuto fornendo risposte e aneddoti personali in merito alle dinamiche di spogliatoio e alla gestione delle diverse situazioni che un calciatore si trova ad affrontare nel corso della propria carriera, seguendo il filo rosso della serata-evento intitolata “Agilità emotiva. Le emozioni alla guida della performance, in azienda come nello sport”.

Una tematica più che mai attuale, soprattutto per ciò che riguarda la vita di un atleta, che sia un tennista o un componente di un gruppo molto più ampio, abituato per amore o per voglia a confrontarsi con diversi stati d’animo sul posto di lavoro, partendo dall’allenamento e arrivando al tanto atteso giorno della gara con il solo obiettivo di poter crescere e aumentare le proprie capacità di agire e determinare il proprio destino: “L’importante è sapersi migliorare e cercare di andare oltre ogni limite in qualsiasi cosa si decida di fare, sempre nel rispetto di ciò che dice e vuole l’allenatore. Credo che il vero punto di forza sia parlare di un obiettivo quotidiano, ovvero cercare di fare quel determinato compito nel modo migliore, nel tempo migliore e nella qualità migliore. Facendo così, si è in grado di crescere e aumentare le proprie capacità nella vita di tutti i giorni”.

Successivamente, interrogato sulla necessità vitale di muoversi a piccoli passi e pensare al pezzo singolo da perfezionare ogni qualvolta si cerchi di costruire qualcosa di veramente importante dal punto di vista sportivo, l’uomo mercato biancazzurro è tornato con la mente ai tempi in cui ai piedi indossava ancora gli scarpini, vestendo tra le tante le maglie di Biellese e Massese: “Se qualcuno, molto banalmente, nel proprio allenamento o, più specificatamente, in una determinata esercitazione atletica faceva un determinato tempo, la volta dopo doveva comunque cercare di migliorarsi. Il tutto un po’ alla volta. Solo così si riesce a superare i propri limiti. E questo superamento di limiti, nel momento in cui scendi in campo la domenica, lo ritrovi sottoforma di consapevolezza e capacità in grado di fornirti una qualità diversa nel recepire lo sforzo fatto”.

Oltre alla necessità di curare ogni minimo dettaglio e di lavorare sulla singolarità delle azioni che costituiscono un’impresa sportiva, il diesse ha voluto sottolineare quanto importante sia gestire un’emozione nel momento in cui essa assume un carattere disfunzionale: “Secondo me, l’emozione non è mai negativa perché qualsiasi emozione che si vive o si intravede in un soggetto deve essere gestita o colta in maniera positiva, portandola dalla propria parte. Nei momenti di gioia e di esultanza è semplice dire che siamo stati bravi, come lo è avere consapevolezza ed autostima. In quelli difficili, invece, vengono fuori la personalità, la leadership e quello che uno realmente è. Quando si riesce a superare i momenti più complicati, credendo in ciò che si è fatto, è lì che si comincia a gettare le basi per le vittorie del futuro”.

E questo, come si evince dalle stagioni vincenti con cui ci abituato la Spal, è uno dei punti cardine che tengono unito lo spogliatoio: “Ai miei ragazzi faccio sempre l’esempio fallimentare del calciatore che pretende di non sbagliare mai, contribuendo di fatto all’ insuccesso della propria carriera, e quello virtuoso del calciatore bravo, in grado di rispondere e reagire in maniera positiva ed adeguata ai propri errori, andando oltre e guadagnandosi il proprio destino. Per fare ciò, le motivazioni sono necessarie al fine di poter essere trasformate e veicolate in positività e riscatto”.

Positività e riscatto che sembrano essere i termini esatti per descrivere l’ultimo mese dei biancazzurri, a cui ha fatto da ciliegina sulla torta il pareggio casalingo con la Juventus di Max Allegri. L’impresa è ancora ben impressa negli occhi di Vagnati che, nelle battute finali dell’evento, ha messo in guardia tutte le squadre in procinto di passare per Ferrara da qui a maggio: “Abbiamo dato un messaggio importante a noi stessi e a chi ci guarda dall’esterno. Siamo un gruppo forte, non abbiamo ancora raggiunto l’obiettivo e per farlo dobbiamo proseguire con questa mentalità. Siamo in Serie A, non è più come in B o in Lega Pro. Sono fermamente convinto che chi ci verrà ad affrontare nelle prossime gare, lo farà con un piglio diverso dopo aver visto nell’ultima partita quello di cui siamo capaci”.

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