Politica
10 Gennaio 2018
Aspro l'ex city manager: “Contratto già caro nel 2001, ma Tagliani non mi ascoltò”. Il consigliere di Fi chiede il computo dei costi

Contratto ‘luce’. Le critiche di Tavolazzi e le domande di Anselmi

di Redazione | 3 min

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(archivio)

Chi ricorda le precedenti battaglie e chi oggi chiede spiegazioni per l’allungamento del contratto. Ritorniamo a parlare del servizio di pubblica illuminazione, dopo l’articolo in cui davamo conto della proroga del contratto con Hera per tutto il 2018 (ma con un asterisco, rappresentato dal nuovo affidamento a chiusura della gara) in vista del bando da più di 90 milioni di euro per la sua riassegnazione.

La politica non sembra essere indifferente alla questione, specie per l’allungamento del rapporto con la multiutility. Il primo a intervenire è l’ex city manager e consigliere comunale con Progetto per Ferrara, Valentino Tavolazzi che, nei suoi due ruoli, ricorda di aver indicato la strada giusta per risparmiare denaro già parecchi anni fa. Di martedì è il question time depositato da Vittorio Anselmi (Forza Italia) che chiede conto dei motivi della proroga.

Le critiche di Tavolazzi. “Tagliani non si smentisce mai come amministratore ‘colabrodo’ dei soldi pubblici, purtroppo prelevati  dalle tasche dei cittadini – afferma Tavolazzi -. La realtà supera  la fantasia. Dopo i 10 milioni di euro buttati al macero con il derivato Dexia, il sindaco democristiano ‘sciagura’, torna alla ribalta per il fiume di milioni sprecati nel contratto ‘luce’ pubblica di Hera”.

Tavolazzi ricorda alcuni passaggi sulla questione. “Fu lui nel 2001, da vicesindaco con delega alle municipalizzate, a volere a tutti i costi il contratto milionario con Hera per la gestione della pubblica illuminazione, nonostante le obiezioni scritte dall’allora direttore generale (il sottoscritto, pochi mesi dopo cacciato) – prosegue l’ex consigliere di minoranza -. Il prezzo del servizio Hera era già all’epoca troppo caro,  come scrivevo a Tagliani, ma lui si girò dall’altra parte. Se mi avesse ascoltato nel 2001, la collettività ferrarese avrebbe risparmiato 2 milioni di euro. Con lettera del 1.10.01 gli avevo infatti indicato, tra le altre cose, il prezzo di 200 mila lire/anno a punto luce, a fronte di 246 mila richiesti da Maurizio Chiarini, in nome di Agea. Da quel momento i milioni di euro, pagati oltre il giusto prezzo di mercato, per un servizio tra i più cari d’Italia, passarono a fiumi dalle tasche dei ferraresi a quelle dei soci di Hera”. E da consigliere continuò la battaglia, con “numerosi provvedimenti per rinegoziare, e perfino per rescindere, il contratto troppo oneroso di Hera, proposte che furono in massima parte bocciate da Tagliani e dal PD”. Nel 2012 Tavolazzi chiese “la revoca del contratto oneroso, per mancato adeguamento del prezzo da parte di Hera, al limite stabilito dalla legge, con una risoluzione sostenuta dal parere legale positivo del Comune, il Pd approvò il provvedimento. Ma Tagliani si girò dall’altra parte ed i soci di Hera stapparono le bottiglie. Se il servizio fosse stato affidato all’azienda che aveva vinto la gara nazionale Consip, i ferraresi avrebbero risparmiato quasi 2 milioni di euro all’anno dal 2012 in avanti. Tagliani non fece nulla, se non ottenere da Hera uno risibile sconto, foglia di fico per non rescindere il contratto oneroso”.  Tavolazzi parla di spreco: “L’amministrazione Tagliani nel primo quinquennio ci era costata 50 milioni di euro, grazie alle sciagurate decisioni assunte. Nel secondo mandato si può ragionevolmente stimare uno spreco analogo, se non maggiore. Con i suoi cento milioni buttati alle ortiche (e in parte a Hera), l’avvocato democristiano ha superato tutti i suoi predecessori dal dopoguerra. Anche se la Corte dei Conti non gli chiederà mai conto di cotanto sperpero di denaro pubblico – conclude l’ex city manager -, la sua dignità politica e morale gli imporrebbe di restituire ai cittadini, di tasca propria,  quanto non avrebbero mai dovuto pagare”.

Vittorio Anselmi

Le richieste di Anselmi. Chi oggi siede in consiglio comunale vuole vederci chiaro. Vittorio Anselmi di Forza Italia ha depositato un question time in cui chiede “se la proroga del servizio avverrà senza modifiche delle condizioni economiche previste dal contratto scaduto, o se ad Hera verranno riconosciute rivalutazioni o integrazioni economiche al contratto a causa di tale proroga”. Altra richiesta è quella di “fornire il ‘costo parametrico’ a punto luce del servizio reso, a partire dal 2001, anno del primo affidamento del servizio ad Agea”. Infine, Anselmi chiede di conoscere “a quanto ammonti l’importo versato ad Hera negli anni 2015, 2016 e 2017, per il servizio di illuminazione pubblica, indicando sia le differenze tra preventivo e consuntivo, che le ragioni di eventuali scostamenti”.

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