Codigoro
28 Luglio 2017
Dalla sua costituzione, nel 2013, il consiglio dei cinque municipi si è riunito appena due volte

Unione Comuni del Delta ? Per Wikipedia “ente inutile e non funzionante”

di Redazione | 2 min

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Codigoro. Unione dei Comuni del Delta del Po? “Un ente inutile e non funzionante” sentenzia Wikipedia, dunque un utente anonimo che ha recentemente aggiornato la voce relativa all’ente che dal 2013 riunisce i Comuni di Codigoro, Fiscaglia, Goro, Lagosanto, Mesola.

“I comuni partecipanti non hanno conferito nessun tipo di potere al nuovo ente, né amministrativo, né esecutivo, inoltre la dotazione economico-finanziaria conferita dai comuni partecipanti, ad oggi, è pari a euro zero” si legge sulla famosa enciclopedia online. Ce n’è anche per lo statuto, giudicato “già obsoleto” e necessitante una revisione “per essere di nuovo attuale” e, sempre sull’operatività dell’ente, si nota come “dalla sua costituzione, il consiglio si è riunito due volte”.

L’ultima nel luglio 2016 per designare il nuovo presidente Alice Zanardi – sindaco di Codigoro allora fresca di elezione – e per deliberare un protocollo d’intesa istituzionale di scopo con l’Unione Terre e Fiumi e il Comune di Comacchio, per la strategia nazionale delle Aree Interne e l’accesso a fondi strutturali europei destinati al recupero delle aree maggiormente in ritardo di sviluppo. Un passaggio a cui seguì poi l’istituzione di una cabina di regia di scopo, di cui fanno attualmente parte i presidenti delle due unioni, il sindaco lagunare e i responsabili tecnici-amministrativi delle unioni stesse, di Sipro e di Delta 2000.

Allo stato attuale, risultano conferite all’Unione le attività di pianificazione di protezione civile, le funzioni di polizia municipale intercomunale (con anche Ostellato) e i servizi informatici. Quantomeno l’attività consigliare risulta effettivamente occasionale e – nonostante lo stesso statuto lo preveda all’articolo 19 – non è presente in rete un albo pretorio per la “pubblicazione delle deliberazioni, delle determinazioni e delle ordinanze, dei manifesti e degli atti che devono essere portati a conoscenza del pubblico”.

Identica sorte per le sezioni di amministrazione trasparente. Unico servizio online attivo, quello che consente il pagamento di sanzioni amministrative del corpo di polizia intercomunale, che poggia sul vecchio portale dell’Associazione dei Comuni del Basso Ferrarese, l’organismo che riuniva gli stessi comuni prima che questi decidessero per il passaggio alla forma dell’unione.

Era il novembre 2011 e le amministrazioni dei sette comuni (oggi cinque dopo la fusione di Fiscaglia) si dicevano entusiaste – dopo l’esperienza decennale dell’Associazione – nell’intraprendere un importante percorso all’insegna della condivisione di sempre più servizi, dell’ottimizzazione e razionalizzazione delle risorse.

Vent’anni e una dozzina di sindaci dopo la prima forma associativa, i detrattori della prima e dell’ultima ora stentano a rintracciare forme vincenti e innovative di progettazione condivisa. Una critica sempreverde da cui, ci ricorda la cronaca recente, non sono immuni neanche le unioni più operose, qualche chilometro più a ovest.

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