Politica
26 Aprile 2017
La richiesta dopo la condanna per danno erariale nel caso degli emolumenti al Capo di Gabinetto quando era nella giunta provinciale

Mozione di sfiducia del M5S contro l’assessore Ferri

di Redazione | 2 min

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Il gruppo consiliare del M5S ha presentato una mozione di sfiducia contro l’assessore Caterina Ferri a seguito della condanna della Corte dei Conti a risarcire il danno erariale per il caso dei compensi all’ex Capo di Gabinetto della Provincia durante l’amministrazione guidata da Marcella Zappaterra.

«A seguito della gravissima pronuncia della Corte dei Conti – scrivono i grillini in una nota per la stampa – abbiamo ritenuto doveroso presentare al Consiglio comunale richiesta di sfiducia per l’assessore Caterina Ferri perché riteniamo che i soggetti che professano una “prona acquiescenza”  e che non sono in grado di valutare esattamente la legalità dei loro atti (o, peggio ancora, negligentemente se ne disinteressano) non possano e non debbano continuare a sedere nei posti destinati ad amministratori pubblici, in quanto traditori dei principi fondamentali del loro mandato”.

Nella mozione di sfiducia si legge anche che la sentenze causerebbe un “danno all’immagine delle istituzioni” e per questo viene richiesta la convocazione di un consiglio comunale in cui procedere alla votazione per appello nominale.

Ferri è stata condannata con sentenza definitiva insieme agli altri membri dell’allora giunta provinciale (e con loro l’ex presidente Zappaterra e due dirigenti per importi diversi) a risarcire una quota del danno erariale (poco meno di 2.300 euro a testa, su un totale di quasi 90mila euro), con importo ridotto rispetto a quanto stabilito nel grado di giudizio precedente. Per la corte dei conti i membri della giunta sono stati colpevoli di non aver effettuato “un semplice quanto doveroso approfondimento istruttorio”. La Corte parla di “inescusabile trascuratezza” per essersi limitati a prendere atto del dossier già elaborato dalla presidente e sottoposto loro all’unica riunione di giunta del 9 luglio 2009. Un comportamento giudicato “gravemente colposo” frutto di “carenza di ogni valutazione” e di  “prona acquiescenza”.

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