Economia e Lavoro
26 Marzo 2016
L’idea di sviluppo di presidente e vicepresidente di Legacoop Estense

“L’area vasta sarà a casa nostra”

di Marco Zavagli | 3 min

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index3Un territorio da un milione di abitanti con 11mila imprese. Un territorio che va dall’Appennino al mare capace di offrire prodotti che vanno dal’aceto balsamico alla vongola di Goro e offrire tre siti Unesco patrimonio dell’umanità. “Solo così si può competere oggi nei mercati internazionali”. Parola di Andrea Benini e Francesca Federzoni, presidente e vicepresidente di Legacoop Estense dopo la fusione delle associazioni di Ferrara e Modena lo scorso 4 marzo.

Se il nome di Andrea Benini (già presidente di Arci Ragazzi dal 1997 al 2005, presidente di Camelot, coordinatore del Centro Servizi Integrati per l’Immigrazione; portavoce del Forum del III Settore e negli ultimi tre anni presidente di Legacoop Ferrara) è ormai conosciutissimo in città, quello di Francesca Federzoni è tutto da scoprire per la realtà locale. Ecco allora uno dei motivi che ha portato i due vertici della lega delle cooperative a presentarsi alle redazioni dei media.

Ingegnere elettrotecnico, presidente di Politecnica dal 2011, project manager di progetti internazionali in Ghana, Armenia, Turchia, Malta, è membro del consiglio direttivo di Oice, l’associazione di categoria aderente a Confindustria che rappresenta le organizzazioni italiane di ingegneria, architettura e consulenza tecnico-economica, del consiglio di presidenza nazionale di Ancpl e del consiglio direttivo del settore costruzioni civili Aicq, l’Associazione italiana cultura qualità.

Tra lei e Benini non ci sono differenze di vedute per quanto riguarda lo sviluppo del ‘nuovo Ducato estense’: “per avere aziende di respiro internazionale serve un territorio di respiro internazionale”. E Ferrara e Modena, insieme possono averlo: “sono città culturalmente vicine e complementari dal punto di vista dell’economia; in entrambe la cooperazione porta l’8% dell’occupazione; anche per questo la fusione è stata figlia di una grande serenità”.

Il primo passo dopo la fusione è quello di conoscere quella parte di territorio ancora inesplorata. E Federzoni è già all’opera per “incontrare le cooperative ferraresi, ascoltare i loro problemi per trovarne le rispettive soluzioni”.

Soluzioni che andranno calibrate in base alle analisi economiche dell’ultimo periodo, “che dicono – interviene Benini – che stiamo uscendo piano piano dalla crisi e che lo strumento per tornare a competere è quello delle aggregazioni. E noi questo passaggio lo stiamo affrontando non con una, ma con tre fusioni”.

Tre fusioni? “La fusione territoriale con Modena, quella associativa con le altre centrali cooperative di Confcooperative e Agci che si perfezionerà l’anno prossimo e quella tra generazioni. Quest’ultima prevede il superamento di un concetto ormai vecchio. Prima il modello emiliano era retto da grandi imprese che, attraverso la subfornitura, facevano ricadere a pioggia la ricchezza ai territori. Ora è vero il contrario: oggi per essere competitivo devi crescere in un territorio competitivo. E Legacoop Estense si pone come l’infrastruttura per crearlo”.

La sfida non può non guardare anche ai mercati stranieri. Ma quando si parla di internazionalizzazione, avverte la vicepresidente “si pensa solo al commercio on l’estero. Internazionalizzazione vuol dire anche e soprattutto essere pronto a rapportarti con un investitore straniero quando decide di fare un investimento a due passi da casa tua. Se si creano le infrastrutture, le reti, affinché le attuali grandi imprese pronte a interfacciarsi con questi soggetti riescano a trasmettere queste caratteristiche anche alle piccole imprese, allora questo territorio saprà guadagnarsi lo spazio che merita”.

Insomma, questo lo slogan di presidente e vice, “da solo non puoi vincere, devi condividere per essere più forte, piccolo o grande che tu sia; e molto del nostro lavoro consisterà nel creare progetti di conoscenza reciproca. Allora, solo allora, l’area vasta sarà a casa nostra”.

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