Politica
26 Giugno 2013
La protesta del San Camillo arriva in Castello. Mezzogori grida al ‘golpe sanitario’

“Tagliare i dirigenti, non i servizi”

di Redazione | 2 min

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In piazza per ribadire le proprie posizioni ma per dare man forte, almeno morale, al sindaco comacchiese Marco Fabbri che durante la riunione della Consulta presenterà la proposta alternativa annunciata qualche giorno fa (vai all’articolo). L’amministrazione comunale ribadisce nel documento la posizione critica nei confronti della gestione della riorganizzazione ospedaliera decisa a livello regionale e va oltre con alcune richieste specifiche, a partire dal “rinvio della votazione relativamente al piano strategico di riorganizzazione, qualificazione e sostenibilità della sanità ferrarese periodo 2013-2016” -con minaccia di abbandonare la conferenza in caso di esito negativo-  chiedendo inoltre, a complemento, un incontro specifico con il presidente della Regione Vasco Errani e con la dirigenza dell’Azienda Usl “per discutere l’eventuale rinegoziazione degli accordi del 2001/2006 considerato il reale e più volte confermato interesse da parte dell’Aiop (Associazione italiana spedalità privata) dell’Emilia Romagna a intervenire direttamente nella gestione del San Camillo”.

“Vogliamo che ci lascino l’ospedale, il nostro territorio ne ha bisogno e sono 13 anni che lottiamo” affermano con rabbia le ‘donne della Consulta popolare per la salvaguardia del San Camillo di Comacchio’. “È ora di tagliare in cima alla piramide dove stanno i dirigenti che intascano svariati milioni di euro e non solo nei servizi per le persone”, afferma Fabrizio Zannini, uno dei contestatori venuti a Ferrara, “prima hanno speso tanti milioni di euro per la ristrutturazione dell’ospedale e adesso ce lo portano via così?”. Ma il più agguerrito è Manrico Mezzogori che già il 17 giugno si era incatenato per protesta davanti al municipio di Comacchio (vai all’articolo): “Si sta realizzando un golpe sanitario organizzato fin nei minimi dettagli e già pronto dal 13 maggio. Noi non riconosciamo questa conferenza sociosanitaria e andremo avanti con le armi che abbiamo. Non si chiude un ospedale da 400-500mila prestazioni sanitarie all’anno per  favorire Cona e i suoi posti letto in eccedenza”, continua Mezzogori, “ma i politici ferraresi anziché dire che Cona è stata una decisione sbagliata preferiscono fare un muro contro muro”.

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