Argenta. Dopo anni Carspac 1 e Carspac 2 tornano a unirsi. Quantomeno nelle intenzioni. Per fare causa in sede civile contro i revisori dei conti e le banche e depositare i motivi di Appello contro una parte della sentenza di primo grado, che ha assolto alcuni imputati e non considerato gli altri imputabili per alcune delle accuse contestate dalla procura.
Nella riunione argentana di lunedì sera il Codacons ha ottenuto l’avvallo da parte dei soci risparmiatori per presentare i motivi di appello che si affiancheranno a quelli del pm e per scegliere una linea condivisa nel depositare la causa civile nei confronti dei revisori dei conti, di Legacoop e delle banche. “Questo sulla base delle motivazioni della sentenza di primo grado – spiega l’avvocato Bruno Barbieri del Codacons – che delinea dei comportamenti non proprio lineari da parte di questi soggetti”.
In questa sede si ricompatterà il fronte delle parti civili (Carspac 1, Carspac 2 e i 36 soci rappresentati dal pool di avvocati Maruzzi, Marcello, Azzalli, Carponi Schittar)) che agiranno in giudizio con un’unica causa civile. “Tecnicamente – prosegue Barieri – partiranno separate a livello di tempistica per poi essere riunite una volta depositate. I motivi sono volti a identificare il nesso di causalità tra i danni patiti e il comportamento dei revisori dei conti da un punto di vista civilistico. Crediamo che, anche se le certificazioni non erano indispensabili per le emissioni di apc, se i soci avessero avuto contezza da parte dei revisori della pericolosità di quegli investimenti il loro danno economico sarebbe stato inferiore”. Stesso discorso per le banche, che “avrebbero dovuto chiudere in tempo i rubinetti alla Coopcostruttori, nel ‘97”. Tra gli istituti di credito chiamati a rispondere in sede civile ci sarà anche Carife, “tra tutte le banche la più informata, visto che nel suo cda sedeva Egidio Checcoli, che partecipava alle assemblee della cooperativa”.
Questo per quel che riguarda il tribunale civile. In sede di Appello alla Corte di Bologna, invece, “si cercherà di spiegare che esiste il nesso di causalità tra le condotte di Donigaglia e dei vertici e il dissesto finanziario”.
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