L’adescò in chat e, profittando della giovane età della vittima, allora appena sedicenne, la spinse dal 2002 al 2004 ad avere rapporti sessuali di gruppo per poi avviarla, una volta divenuta maggiorenne, alla prostituzione in locali per scambisti. Una ‘discesa all’inferno’ che portò la giovane al limite della disperazione, tanto profonda da indurla a tentare il suicidio ingerendo farmaci scaduti (vai all’articolo).

L’incubo durò diversi anni, fino a quando la ragazza decise di raccontare parte di quanto le era accaduto alla polizia di Bologna. La giovane, che aveva parlato di problemi economici in famiglia, aveva accettato di avere un rapporto sessuale in cambio di 50 euro con uno dei cinque, un ferrarese di 48 anni conosciuto sul web. Dopo il primo incontro lo sconosciuto le aveva prospettato la possibilità di ulteriori guadagni se avesse accettato di prostituirsi con altri suoi amici. Da quel momento per la ragazza sarebbe stato un crescente ciclo di violenze di gruppo protrattesi per anni e con più di un incontro a settimana. Il gruppo dei cinque si sarebbe in seguito allargato, ma la vittima, per paura dei suoi aguzzini, non parlò con nessuno della situazione fino al 2009, quando un ragazzo con cui aveva stretto una relazione sentimentale la convinse a rivolgersi a una psicologa.

Le indagini, coordinate dal pm Maria Gabriella Tavano, avevano portato il Gup di Bologna a rinviare a giudizio quattro ferraresi e un mantovano, tutti di età compresa tra i 40 e i 60 anni.

Per quei fatti è stato condannato Gianfranco Camattari, 50 anni, di Codigoro, a sei anni e mezzo per induzione e favoreggiamento della prostituzione. I quattro coimputati, accusati di produzione e diffusione di materiale pedopornografico, sono invece stati assolti dal tribunale collegiale presieduto da Rita Zaccariello.

La ragazza, oggi 26enne, che abita nel Bolognese, costituita parte civile, è stata riconosciuta una provvisionale di 50mila euro.

Leggi la replica della difesa