Eventi e cultura
7 Febbraio 2023
Le ha ricordate alla galleria del Carbone lo storico dell’arte Lucio Scardino ripercorrendo la ricchezza di circa due secoli di arte ferrarese raccontata da Giuliano Trombini attraverso i ritratti di alcuni dei principali protagonisti

Le parole di Achille Funi introducono la pubblicazione su 200 anni di storia dell’arte locale

di Redazione | 3 min

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“Non si esagera dicendo che Ferrara è stata ed è tutt’oggi il centro della moderna pittura mondiale. Giorgio De Chirico, che ha influenzato ad un certo momento la pittura di tutto il mondo, è partito da Ferrara e soltanto a Ferrara, con le suggestioni e le immagini di Ferrara, ha potuto stupire e colpire le correnti artistiche contemporanee con quel senso metafisico che gli fu caratteristico. Così a Ferrara avvenne la formazione spirituale più importante di Carrà: e l’elenco potrebbe continuare se non fosse perfettamente noto a quanti studiano gli sviluppi dell’arte contemporanea”. Così scriveva nel 1938 Achille Funi, uno dei più grandi frescanti del Novecento (che sarà celebrato in autunno con una mostra a palazzo dei Diamanti). Lo ha ricordato l’altra sera alla galleria del Carbone lo storico dell’arte Lucio Scardino ripercorrendo la ricchezza di circa 200 anni di arte ferrarese raccontata da Giuliano Trombini attraverso i ritratti di alcuni dei principali protagonisti, nel suo: “Cento artisti ferraresi” edito da La Carmelina. Tra i protagonisti rappresentati anche Gianfranco Goberti e Silvano Cavicchi, recentemente scomparsi.

La pubblicazione, appena uscita, si unisce a una mostra allestita nella stessa galleria del Carbone con 40 dipinti di artisti otto-novecenteschi, che rimarrà aperta fino a domenica 12 febbraio, quando – a conclusione – alle 17 il chitarrista Marco Scabbia si esibirà in grandi classici della musica.

In questi giorni artisti come Maurizio Bonora, Paola Bonora, Daniela Carletti, Gianni Cestari, Nando Stevoli, Vito Tumiati, Paolo Volta hanno fatto visita all’esposizione posando a fianco dei loro ritratti. Ritratti uniti alla rappresentazione di una delle loro opere più iconiche. “Questo excursus attraverso circa due secoli di arte è una prima sintesi di un lavoro più ampio a cui sto lavorando, un primo ‘taccuino di viaggio’ (l’autore per l’occasione ha portato anche i bozzetti originali da cui sono state tratte le stampe del libro, ndr) che intende attraversare la vastità del patrimonio artistico ferrarese”, ha detto Trombini, mentre Scardino ha sondato proprio questa vastità artistica, da Filippo De Pisis a Giovanni Boldini, da Michelangelo Antonioni a Carlo Rambaldi, da Gaetano Previati ad Arrigo Minerbi, da Arnaldo Ferraguti ad Achille Funi, fino a  Goberti e  Cavicchi, ricordati con grande affetto. Spazio è stato riservato anche al racconto di due autori dalle vite tumultuose, avvolte dal mistero, ma di grande talento come Manfredo Manfredini, scoperto di recente, e Pier Augusto Tagliaferri. Tanti gli artisti presenti in sala: Cestari, Stevoli, Carletti, Volta, Sergio Zanni, Eros Pandolfi. Ricordando le parole di Sandro Zanotto in Novecento ferrarese (1973), Scardino ha sottolineato che  tra i due secoli  “Ferrara produceva pittori come la Prussia produceva ufficiali. Un fenomeno reso possibile anche dalla  sensibilità di una borghesia colta che incoraggiava le arti, nel segno della grande tradizione rinascimentale”. Tradizione che sarà celebrata dal 18 febbraio con la riapertura di palazzo dei Diamanti

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