“Non lo sapevo neanche io a dire il vero che fossero rimasti lì”. Dopo giorni di silenzio il sindaco Alan Fabbri interviene sulla propria pagina pubblica sul tema delle donazioni pro Covid chieste ai ferraresi ma mai devolute all’ospedale.
“La cosa è molto semplice – spiega il primo cittadino ripetendo quanto già scritto in una nota ufficiale dal direttore generale Sandro Mazzatorta -. Il Comune di Ferrara ha avviato una raccolta fondi per l’ospedale durante la pandemia: circa 48 mila euro. Di questi, 35 mila euro abbiamo deciso in giunta di farli devolvere dalla società Holding del Comune di Ferrara (versamento di 30 mila euro) e dall’Afm Farmacie comunali di Ferrara (versamento di 5 mila euro). La somma restante, di circa 13 mila euro, è stata donata da 108 cittadini, tra cui me e l’intera giunta”.
Come già scritto da Estense.com la somma ad oggi spesa è stata di 18.775 euro, “utilizzati per l’acquisto di presidi sanitari come tamponi e mascherine. I restanti sono ancora lì, contabilmente vincolati all’azienda sanitaria”.
Ma il sindaco sembra non capire che il problema è proprio questo: utilizzare denaro donato dai cittadini per altre destinazioni rispetto a quelle volute. E, soprattutto, per spese che il Comune avrebbe dovuto sostenere con denaro preso dalle proprie casse.
“Non lo sapevo neanche io a dire il vero – confessa Fabbri – che fossero rimasti lì e infatti ho provveduto subito ad informarmi presso la ragioneria”.
Per cercare di giustificare l’inciampo, il sindaco afferma di ricordare “che in quel periodo in Comune ero praticamente da solo con qualcuno del mio staff, e c’erano davvero tante questioni da affrontare. Ma di certo quei soldi non sono venuti nè in tasca mia nè in quelle di altri”.
E anche qui Fabbri non capisce il problema: nessuno ha mai detto o scritto che qualcuno si sia intascato il denaro.
Quanto alla donazione fatta su richiesta dei sindacati, il sindaco ammette che è stata sì “una decisione mia e della giunta”, ma “su proposta dei sindacati, ma non un atto dovuto”.
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