Politica
19 Aprile 2024
Le proposte dell'urbanista, candidato con La Comune, per fare della città estense un ecosistema urbano

Come Ferrara può diventare una città-parco

di Redazione | 5 min

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di Romeo Farinella*

Pensare che Ferrara possa diventare una “città-parco” non è un’immagine nostalgica o bucolica ma è un progetto politico incentrato sull’idea di Ferrara come ecosistema urbano. Dunque, una strategia realistica, di cui il verde costituisce una componente fondamentale, non l’unica, fondata sulla condivisione di obiettivi quali il contrasto ai cambiamenti climatici, la valorizzazione di un patrimonio sia culturale che naturale, il riconoscimento di un valore etico, perché la città-parco deve esserlo per tutti.

Questa suggestione può diventare una città concreta se assumerà un carattere strutturale, uscendo dalle retoriche che si esauriscono nel “piantar alberi” a prescindere, senza mettere in discussione i modelli che hanno governato l’organizzazione delle nostre città, incentrati sul consumo di suolo e il dominio dell’automobile.

Innanzitutto, Ferrara deve trasformarsi in un sistema antropico e vegetale complesso dove gli spazi di cultura e di natura si intrecciano mentre la vegetazione urbana si dovrà diffondere ed articolare in varie forme: trame, parchi, giardini, viali alberati, piazze verdi cercando di “naturalizzare” una superficie equivalente a quella oggi costruita.

Essere una città-parco significa favorire la biodiversità, accogliere il “vivente” nelle sue varie forme favorendo le interazioni e agendo sui comportamenti. In questo senso una città-parco educa alla conoscenza delle altre specie viventi.

Una città-parco deve essere naturale ed attrezzata (percorsi, giochi, sedute, aree sportive e culturali all’aperto, ecc.), quindi attività ed eventi nei luoghi giusti, scelti accuratamente, nel rispetto della biodiversità, della storia, del carattere patrimoniale dei luoghi.

Una città-parco è anche un progetto culturale e didattico che coinvolge le scuole di ogni ordine e grado, che condivide e contamina i suoi spazi come i giardini delle scuole, i parchi di quartiere, le strade pedonali e alberate. Le aree boscate, i giardini, le piazze, le strade diventano i luoghi della quotidianità, della condivisione, e la loro sicurezza deriva dall’uso sociale degli spazi e non dalle recinzioni che li segregano.

Una città parco città-parco va gestita, e mantenuta con il lavoro di esperti in silvicoltura, giardinaggio, disegno del paesaggio: professionalità svilite da decenni di incuria, e mala gestione. Non va sottovalutata la difficoltà delle nostre amministrazioni nell’esercitare la manutenzione (cura) del “verde” pubblico. Si tratta di una occasione per valorizzare forme di professionalità ad alto valore aggiunto.

Che azioni mettere in campo perché Ferrara diventi una “citta-parco” come Strasburgo o Freiburg in Breisgau?

Innanzitutto, dotare la città di un piano del verde e della biodiversità, creando una trama verde in grado di unire il centro storico alle periferie e al forese, valorizzando anche la rete dei corsi d’acqua. I nodi importanti di questa trama quali il parco nord, il parco sud, il parco del Vallo delle Mura vanno connessi con una capillare diffusione di giardini e di piccoli e grandi corridoi verdi che si incuneano anche nei tessuti urbani più fitti della città storica e periferica.

Ferrara Città-parco significa anche rendere centrale il ruolo degli spazi aperti sia come “beni pubblici”, che come paesaggio rurale, con filiere alimentari corte, servizi ricreativi e turistici, servizi didattici e sociali. Lo strumento del Parco agricolo periurbano associato all’idea di città parco, consente di valorizzare, anche attraverso marchi di qualità, una agricoltura biologica, e un paesaggio urbano/rurale ricco nelle sue componenti vegetali. Un percorso possibile dove la cultura del paesaggio agrario si associa ad un ritrovata naturalità da perseguire, ad esempio, attraverso la reintroduzione delle siepi e la predisposizione di aree forestali di infiltrazione delle acque piovane, alternate ai campi coltivati.

Essendo la presenza di asfalto e cemento una delle principali cause che aumentano il calore delle città bisogna programmaticamente ridurre l’asfalto e aumentare i corridoi verdi stradali. Va dunque ridotta l’incidenza del trasporto automobilistico privato e potenziata la rete dei percorsi ciclabili (veri e non fittizi e se possibile integrati in corridoi verdi) e il trasporto pubblico. Vanno aumentate le superfici non mineralizzate, quindi verdi e fortemente drenanti, anche con dispositivi in grado di captare l’acqua piovana per riusarla. Interventi concettualmente diversi da quelli realizzati in Piazza Cortevecchia o nell’area del MOF, dove la vegetazione è ingabbiata dentro ampie superfici minerali.

L’ambito delle mura deve diventare una vera cintura verde e patrimoniale su cui far convergere la trama della città parco. Va bloccata ogni trasformazione di questo spazio in parcheggio o attività commerciale cercando, dove possibile, di depavimentare per aumentare le aree verdi.

Vanno potenziati, valorizzati e naturalizzati molti spazi aperti presenti nel centro storico, come nel settore dell’ex caserma Pozzuolo del Friuli e di via Savonarola, dove vi è la possibilità di creare una rete di giardini in grado di creare connessioni pedonali con Corso Giovecca. Qui, ma anche lungo il Viale Alfonso I° d’Este e i Rampari di San Rocco, l’idea di Ferrara città-parco va associata a quella di Ferrara città-campus valorizzando la dotazione verde delle sedi universitarie, aprendole al pubblico e organizzandole per lo studio e il lavoro open-air, associate ai giardini pubblici, ai sagrati da riqualificare, agli spazi verdi interni delle mura.

Infine, occorre ripensare e ridare qualità al quadrivio del Palazzo dei Diamanti, una delle aree dismesse più critiche e dequalificate della città. Il Quadrivio va messo in relazione alla Piazza Ariostea che non può più essere solo un parcheggio, valorizzando un asse dove, oltra a musei, sedi universitarie, abbiamo anche Parco Massari e l’Orto botanico di Unife che potenzialmente potrebbero costituire un grande polmone verde nel cuore storico della città, sul modello di tanti importi parchi urbani che associano giardini e orti botanici dove la cura della biodiversità associa cultura, didattica e tempo libero.

* candidato nella lista de La Comune di Ferrara

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