È il primo maggio, la festa delle lavoratrici e dei lavoratori, una festa laica che si celebra in tantissimi paesi del mondo a memoria delle lotte per le 8 ore lavorative. Il simbolo su cui si è scelta la data è stato lo sciopero nella fabbrica delle mietitrici McCormik a Chicago, il primo maggio del 1886.
Oggi, a 138 anni di distanza e a poco più di un mese dalle elezioni comunali, Anna Zonari ritiene che il “lavoro ha un ruolo fondamentale” nel suo programma. E questo a suo parere “significa puntare sulle potenzialità di Ferrara, a partire dalla sua centenaria tradizione culturale, dalla sua prestigiosa Università e dalle sue molte eccellenze, che devono essere inquadrate in una visione strategica integrata di medio e lungo periodo”.
Secondo la candidata de La Comune di Ferrara “occorre un Patto per e con le giovani generazioni, predisponendo e supportando contesti capacitanti e condizioni che rendano il nostro territorio accogliente, sicuro, attrattivo, capace di generare occupazione di qualità, senza lasciare indietro nessuno e nessuna. Contrastare il lavoro nero, e limitare quanto più possibile il lavoro precario, collaborando attivamente alla prevenzione e alla repressione dell’evasione fiscale”.
Serve “una reale amministrazione condivisa, che utilizzi la co-programmazione e la co-progettazione, al fine di creare un sistema territoriale concretamente in grado di ‘mettere a terra’ gli obiettivi dell’Agenda 2030 e il Piano per il Lavoro e per il Clima”.
Così da “generare innovazione tramite collaborazioni strette con la scuola, l’Università, le imprese e i Centri di Formazione Professionali. Potenziare connessioni e accessibilità con nuove infrastrutture, riducendo la frammentazione del territorio. Promuovere e facilitare collaborazioni e progetti tra gli Istituti Tecnici, l’Università, le società che operano nel Polo chimico e le società che gestiscono i servizi pubblici locali del territorio per creare opportunità di transizione alla chimica verde”.
C’è poi un altro aspetto, non meno importante, “il lavoro deve rimanere strettamente intrecciato con la sicurezza sul lavoro, intesa non solo come tutela della salute negli ambienti di lavoro (che troppo spesso viene a mancare), ma anche con condizioni di lavoro accettabili”. Un esempio di questo potrebbe essere “la possibilità per le lavoratrici che decidono di avere figli di usufruire della legge di tutela della maternità e per i padri l’utilizzo dell’astensione, retribuita, per la cura dei figli”.
“La tutela della maternità e della paternità – spiega Zonari – è sottovalutata in molti settori a scapito anche della tenuta delle istituzioni che si occupano dell’infanzia. Una retribuzione adeguata è una questione di grande rilevanza, basti pensare che intere categorie di lavoratrici e lavoratori, perlopiù a carattere stagionale, spesso hanno redditi non equiparati al lavoro svolto e in nero o a categorie che hanno competenze specifiche di alta professionalità che non vengono loro riconosciute”.
“In una Repubblica fondata sul lavoro, come dice l’art.1 della Costituzione, – conclude – sarebbe necessario, a tutti i livelli, portare l’attenzione e la discussione su questo tema e sarebbe altrettanto necessario che le riflessioni che ne scaturiscono abbiano poi una conseguente applicazione nei processi produttivi per ridare dignità e consapevolezza a questo principio”.
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