Attualità
18 Aprile 2024
Interventi da 3 milioni di euro per riqualificare l'area del sottomura che sarà entro l'anno sede di un nuovo polo turistico e ricettivo incentrato sul cicloturismo e sulla sostenibilità

Il sopralluogo all’ex Casa dei Polli. I lavori proseguono fino a settembre

di Redazione | 5 min

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La ex “Casa dei Polli” sarà ‘un balcone che si affaccia sulle Mura’. Mercoledì 17 aprile è avvenuto il sopralluogo alla nuova Casa dell’Ortolano, la cui ultimazione dei lavori per l’appalto principale è prevista a fine giugno, gli interventi di completamento a settembre. Previsti quattro mini alloggi pensati prevalentemente per i cicloturisti, orti didattici, deposito e noleggio biciclette, oltre a un bistrot e un’ampia sala polivalente.

Il progetto, che sarà fruibile alla collettività prevedibilmente entro la fine dell’anno, è il primo del Comune di Ferrara che aderisce alle linee del protocollo speciale declinato agli edifici storici Gbc-hb (Green building council – historic building) per la sostenibilità ambientale. Verrà infatti massimizzato il reimpiego di materiale edilizio di recupero e utilizzando nuovi materiali ad alta sostenibilità e di bioedilizia, come le contropareti in argilla cruda e l’intercapedine in pannelli di fibre di canapa, per termoregolare l’umidità.

I due edifici recuperati nascono con valenza agricola; già nella carta topografica del 1850 infatti si evidenzia l’immobile principale con gli appezzamenti di terreno per le coltivazioni; questa corte colonica rappresenta una anomalia all’interno del vallo delle mura storiche che con questo intervento si intende mantenere e valorizzare.

Dopo essere stato ristrutturato e riqualificato lo storico complesso rurale ottocentesco, situato lungo le fortificazioni storiche meridionali di Ferrara, sarà a tutti gli effetti la sede di un nuovo polo turistico e ricettivo incentrato sul cicloturismo e sulla sostenibilità ambientale, destinato a ospitare una struttura ricettiva con 4 mini alloggi per cicloturisti e non, con tanto di pergola e spazio per pic-nic, un terrazzo con vista mura, una struttura ricettiva che ospiterà una quarantina di posti al coperto, un ascensore interno per arrivare al piano superiore, un deposito e noleggio bici e gli orti didattici, che verranno sfruttati per iniziative di valorizzazione dei prodotti gastronomici locali e con progetti educativi.

Al sopralluogo di oggi erano presenti il sindaco di Ferrara e gli assessori al Patrimonio e ai Lavori pubblici, oltre ai tecnici e a chi, nelle diverse fasi del percorso di restituzione, ha lavorato a questo progetto, che ha preso avvio fin dai primi giorni di mandato dell’amministrazione comunale, nel 2019.

L’intera area e il fabbricato, infatti, è stata acquisita completamente dal Comune nel 2020 con l’impegno di investimento di pulizia di tutta l’area per la valorizzazione patrimoniale, economica e sociale dell’immobile. Dal 3 maggio 2019 l’amministrazione era già comproprietaria con gli eredi (proprietà indivisa al 50%). Così la cosiddetta “Casa dei Polli” aveva tutto il potenziale per tornare a splendere: riportare l’intero fabbricato nell’alveo del bene Comune.

Il progetto di riqualificazione della Casa dell’Ortolano è stato caratterizzato fin da subito da un doppio valore, patrimoniale e umano: è stata trovata una sistemazione alternativa alla persona che lì abitava, oltre a un alloggio per i tanti animali presenti. Si proceduto poi alle operazioni di pulizia dell’area e al recupero degli effetti personali di chi vi aveva vissuto per una vita, per procedere poi agli interventi coordinati dall’assessorato ai Lavori pubblici e Servizio beni monumentali.

Sul fienile operai e tecnici hanno realizzato opere di consolidamento strutturale, con la ‘puntellatuzione’ del solaio, inserimento di travi di rinforzo e cordolature e la soletta di cemento armato di rinforzo al primo piano. Per quanto riguarda l’immobile padronale, sono state consolidate le fondazioni e installati dei cordoli in acciaio. Nell’ex casa colonica sono stati rifatti i solai interpiano e di copertura, è stata ricostruita la porzione nord, precedentemente crollata, con struttura leggera in legno, e rivestimento in doghe di legno carbonizzato. Su entrambi gli edifici è stata ricostruita la copertura, realizzato inoltre un importante lavoro di restauro delle pareti perimetrali. Pur nel quadro di una situazione iniziale fortemente compromessa per quanto riguarda le condizioni degli impalcati, dei tetti e per i cedimenti avvenuti negli anni, l’obiettivo è stato quello di conservare il più possibile l’esistente, per mantenere l’anima storica dell’area e anche per massimizzare il reimpiego di materiale edilizio. A tal fine sono stati mantenuti anche i mattoni caduti negli anni che saranno riutilizzati, insieme alle pavimentazioni della stalla al piano terra da realizzare con le tavelle di recupero.

L’intervento ha interessato un’area complessiva di 3.250 metri quadri (antica dimora e vicino immobile adibito in passato a stalla e fienile, oltre al verde esterno), con un costo totale di 3.015.000 euro di fondi comunali, di cui 2 milioni di fondi per le opere principali, in appalto. Tra questi sono previsti 800.000 euro per lavori di completamento, che includono opere della sistemazione esterne e del verde, opere esterne di pavimentazioni e di rivestimento dei locali tecnici, arredi interni ed esterni e la fornitura e posa delle illuminazioni e degli arredi. 215 mila euro erano già stati impiegati per la messa in sicurezza delle strutture e per bonifica dell’area che era rimasta in stato di abbandono per anni.

Il progetto ha visto la collaborazione dell’Ati Navarra Srl di Roma e Costruzioni Generali Zoldan. Il Progettista architettonico e direttore dei lavori che si è occupato degli interventi è l’architetto Federica Tartari, coadiuvata dall’architetto Raffaela Vitale del Servizio beni monumentali. Progettista e D.o strutture della nuova Casa dell’Ortolano è stato l’ingegnere Eugenio Artioli, mentre il progettista e D.O impianti e sicurezza è stato l’ingegnere Marcello Albani (entrambi dello Studio Binario Lab con il supporto dell’architetto Cristiano Ferrari per il protocollo Gbc).

Per quest’opera si sta seguendo il processo per la certificazione ambientale internazionale Gbc-hb con un protocollo speciale declinato agli edifici storici. L’obiettivo, infatti, è conservare il più possibile l’esistente, per mantenere l’anima storica dell’area e anche per massimizzare il reimpiego di materiale edilizio di recupero oltre che di utilizzo di nuovi materiali ad alta sostenibilità.

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