di Riccardo Giori
Goro. Si è scelta la sala consiliare del Municipio di Goro per la commemorazione e il ricordo di una delle pagine più buie della provincia ferrarese. Era il 28 marzo 1944 quando Ernesto Alberghini, Luigi Cavicchini, Arrigo Luppi, Augusto Mazzoni e don Pietro Rizzo, allora parroco di Jolanda di Savoia, furono barbaramente uccisi dagli uomini della Repubblica Sociale, un eccidio organizzato in fretta e furia come rappresaglia per la morte per mano partigiana di due criminali appartenenti alla seconda compagnia della Guardia Repubblicana Nazionale, la milizia di Salò, in servizio a Longastrino. La strage ebbe luogo in località Mesola, sull’argine a ridosso del ponte di barche del Po di Goro, ed è ricordata come l’eccidio della “Macchinina” per la presenza di un’antica macchina idrovora nelle vicinanze del luogo in cui avvenne.
La cerimonia, tenuta dal sindaco del comune di Goro, Marika Maria Bugnoli, ha visto la partecipazione del presidente della provincia diFerrara Gianni Michele Padovani, della Consigliera Regionale Marcella Zappaterra, del direttore dell’Archivio di Stato Davide Guernieri e delle classi quinte della scuola primaria di Goro e terza F della Scuola Secondaria 1° grado di Goro. “Oggi è più importante che mai riscoprirsi antifascisti” ha ricordato il sindaco di Goro, e nonostante il fascismo oggi abbia assunto altre forme è altresì importante mantenere viva la memoria affinché “le nuove generazioni grazie a questi eventi si facciano carico positivamente di queste tradizioni salvaguardando quel patrimonio di ideali e di valori su cui è fondata la nostra democrazia” ha poi aggiunto l’assessore alla cultura e istruzione Daniela Mangolini. “Libertà, giustizia, uguaglianza, antifascismo, sono gli stessi ideali scritti nella nostra Costituzione” ha fatto loro eco Gianni Michele Padovani, “che dunque è stata scritta anche da questi cinque uomini, ed è il pilastro che sorregge tutto il nostro stare insieme, a noi spetta il compito di tenerla viva e di trasmetterla alle giovani generazioni, qui ben rappresentate”.
È poi intervenuta Marcella Zappaterra sottolineando che “oggi noi godiamo di diritti, di libertà, anche di privilegi per i quali dobbiamo ringraziare le persone che si sono sacrificate a partire dai ‘martiri della macchinina’. È importante che ci siano gli studenti, le giovani generazioni verso le quali abbiamo l’obbligo di tramandare quei valori come abbiamo l’obbligo di farli sentire coinvolti in modo che a loro volta rafforzino la nostra democrazia tenendo vivo il ricordo di quello che è stato affinché non accada più”.
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