Politica
23 Settembre 2023
L'esponente leghista condannato a due anni e otto mesi di pena. Aveva offerto un incarico da hostess ad Anna Ferraresi, "perché sei una rompicazzo, così ti cavo dai coglioni e non ti vedo più".

Solaroli (Lega) condannato e interdetto dai pubblici uffici per istigazione alla corruzione

di Davide Soattin | 2 min

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Il tribunale di Ferrara ha condannato – con rito abbreviato – a due anni e otto mesi di pena, con interdizione perpetua dai pubblici uffici, il consigliere leghista Stefano Solaroli per il reato di istigazione alla corruzione nei confronti di Anna Ferraresi, relativamente al famigerato caso del trenino.

La sentenza, letta dal giudice Silvia Marini, è arrivata nel primo pomeriggio di venerdì 22 settembre, dopo che il pm Ciro Alberto Savino – titolare del fascicolo di indagine – ne aveva chiesto l’assoluzione.

Il consigliere della Lega dovrà anche versare una provvisionale di 2.500 euro nei confronti di Anna Ferraresi, che nel frattempo si era costituita parte civile tramite i propri legali, gli avvocati Fabio Anselmo e Bernardo Gentile, e pagare 4.400 euro di spese processuali.

A portare alla luce il caso fu la trasmissione PiazzaPulita di La7 con la registrazione audio di una conversazione tra Solaroli e Ferraresi avvenuta il 19 novembre del 2019 nella quale il primo offrivaun posto di lavoro importante, contratto a tempo indeterminato del Comune, dipendente comunale, 1400 euro al mese, con quattordicesima” a Ferraresi, con il vincolo delle dimissioni: “Tu sai che è incompatibile con il ruolo da consigliere”.

La proposta, rifiutata da Ferraresi che in quel periodo era in rotta con il partito per via delle continue segnalazioni dei problemi rilevati dai cittadini, prevedeva un impiego nel “nuovo servizio del treninoServe una hostess che accolga le persone e gli spieghi come funziona – spiegava Solaroli -. A me sei venuta in mente te prima di tutto perché sei una rompicazzo, così ti cavo dai coglioni e non ti vedo più“.

Nella conversazione Stefano Solaroli tirava in ballo il sindaco Fabbri e vicesindaco Lodi: “Nicola è d’accordo, ne ho parlato con Alan e mi ha detto: se a lei va bene a me va bene“. Infine chiedeva riservatezza: “Se lo sputi fuori mi brucio io“.

Sulla questione si consumò un’accesissima battaglia politica sia fuori che dentro il Consiglio comunale: Solaroli si autosospese ma non si dimise né gli venne chiesto da giunta e maggioranza.

Nel procedimento era coinvolto anche Nicola Lodi ma, a suo tempo, il gip Danilo Russo aveva archiviato la posizione del vicesindaco, per l’assenza di prove o indizi che andavano al di là di una suggestione sul suo coinvolgimento, disponendo – contestualmente – l’imputazione coatta per Solaroli, ritenendo che su di lui vi fossero elementi sufficienti per sostenere l’accusa d’istigazione alla corruzione compiuta nei confronti di Anna Ferraresi.

L’avvocato Carlo Bergamasco ha fatto sapere che attenderà le motivazioni, previste entro novanta giorni, e poi farà appello.

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