Politica
24 Novembre 2020
Pd, GaM e Ac ad Alan Fabbri: “Personalità incompatibile con l’incarico di vicesindaco”

Naomo. Troppi reati, le opposizioni chiedono la revoca della carica

Nicola Lodi con il sindaco Alan Fabbri
di Redazione | 3 min

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Nicola Lodi con il sindaco Alan FabbriSe per un giudice di Cassazione è difficile che Nicola ‘Naomo’ Lodi possa ravvedersi, allora diventa difficile nascondere l’imbarazzo di avere un vicesindaco di quel calibro. È il senso dell’interpellanza depositata da Partito democratico, Gente a Modo e Azione civica per chiedere al sindaco Alan Fabbri di agire ex art. 46 comma 4 del T.U.E.L.. Il Testo Unico degli enti locali, infatti, permette al primo cittadino di “revocare uno o più assessori, dandone motivata comunicazione al consiglio”.

Le opposizioni sollevano il problema alla luce dell’ultima inchiesta di Estense.com, che ha svelato come nel passato giudiziario di Naomo comparisse un’altra condanna, questa volta per omesso versamento dei contributi dei suoi dipendenti (articolo 2, comma 1-bis, D.L. 463/1983, oggi depenalizzato in sanzione amministrativa).

L’interpellanza ripercorre tutte le vicende penali di Naomo, già svelate nel maggio 2019 dal nostro giornale, “grazie alle quali più volte Ferrara è arrivata alla ribalta nazionale, vicende concluse con patteggiamenti di pena, come per il reato di furto, sottrazione di cose sottoposte a pignoramento, usurpazione di funzioni pubbliche, violazione colposa dei doveri di custodia di cose pignorate, manifestazione non autorizzata”.

A questo si aggiunge l’altra nostra scoperta del pignoramento dello stipendio, a decorrere dal primo febbraio 2020, “per un debito contratto con l’Agenzia delle entrate per un ammontare di euro 49.229,06, oltre che per un debito di 7mila euro maturato con un avvocato e euro 13.544,89 con una cittadina ferrarese”.

Si arriva quindi all’ultima notizia, con la conferma in Cassazione della condanna penale per omesso versamento delle ritenute previdenziali ed assistenziali operate sulle retribuzioni dei propri dipendenti, quando Lodi era titolare del salone “Acconciature Nicola”.

Pd, Azione civica e Gente a Modo sottolineano alcuni passaggi delle sentenze di appello e Cassazione riportati da Estense.com, a cominciare dal giudizio di secondo grado: «Quanto al trattamento sanzionatorio, le modalità (nove mesi consecutivi di omessi versamenti), la gravità del danno cagionato, l’intensità del dolo e dei motivi del delinquere (l’imputato ha evidentemente agito per motivi di lucro), nonché la personalità dell’imputato, valutata anche alla luce dei precedenti penali risultanti dal certificato penale, sono tutti elementi che consentono di condividere la pena così come inflitta in primo grado (…)».

Viene poi l’appunto degli ermellini, che non concedono a Lodi ulteriori benefici oltre alla già ottenuta sospensione condizionale, «in considerazione della non incensuratezza dell’imputato e della gravità del fatto commesso, ritenendosi, peraltro, che la concessione del beneficio della non menzione non favorisca il ravvedimento dell’imputato e, anzi, abbia l’effetto contrario».

Per i consiglieri di opposizione “tali motivazioni tratteggiano un atteggiamento spregiudicato di reiterazione di comportamenti penalmente rilevanti”. A questo si aggiunge il fatto che “contravvenire alle norme che attengono al pagamento delle imposte, fondamento del principio solidaristico declamato dalla Costituzione è ancora più grave se messo in atto da chi amministra e concorre al governo della cosa pubblica”.

Lucrare sui diritti dei lavoratori – continuano i consiglieri -, dove il lavoro è elemento fondante della nostra Repubblica, è atto odioso, lesivo dei valori capisaldi della coesione sociale della comunità”.

Per tutti questi motivi Pd, Ac e GaM ritengono che sia “inconciliabile la carica di amministratore pubblico in capo ad una persona condannata per comportamenti che violano le più elementari norme che regolano la convivenza, la coesione sociale e la sicurezza della comunità Ferrarese.

A questo punto chiedono al sindaco “se non ritiene che i tratti della personalità del sig. Nicola Lodi, così come rappresentati dai giudici d’appello richiamati nel considerato, siano incompatibili con l’incarico di vicesindaco, valutato anche che con le deleghe assegnate, dovrebbe rappresentare esempio del rispetto e della promozione dei principi di legalità nei confronti della comunità ferrarese” e “se non ritenga, alla luce di quanto esposto in narrazione, di procedere con la revoca dell’incarico di vicesindaco e di assessore”.

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