Cronaca
16 Ottobre 2020
Il medico ferrarese Buraschi l’aveva definita “mitomane pronta a tutto”. E “la morte del fratello si è rivelata una gallina dalle uova d’ora”

Ilaria Cucchi, il giudice ordina l’imputazione coatta del suo ‘hater’

di Redazione | 2 min

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"Ci ha rovinato l'esistenza, ci ha messo a dura prova, minando la serenità della nostra famiglia, ma io credo nella giustizia". A parlare in aula è il marito della donna di 56 anni che, tra il 2019 e la fine del 2023, per cinque lunghi anni, secondo l'accusa, soprattutto davanti alla scuola primaria dell'Alto Ferrarese dove lei insegnava, sarebbe stata perseguitata da un uomo di 80 anni

Il giudice per le indagini preliminari Carlo Negri ha ordinato l’imputazione coatta per Giuseppe Buraschi, il medico ferrarese di 65 anni accusato di diffamazione aggravata per una frase scritta sulla pagina Facebook del segretario generale del Sindacato Autonomo di Polizia Stefano Paoloni.

Buraschi commentava un articolo che parlava della nota storia giudiziaria della Cucchi, scrivendo che “Questa è una mitomane pronta a tutto… la morte di suo fratello si è rivelata essere una gallina dalle uova d’oro per lei e per la sua famiglia”.

La procura aveva chiesto l’archiviazione, ma dopo l’udienza di opposizione il gip, ritenendo fondate le argomentazioni dell’accusa privata, ha ordinato al pm di formulare l’imputazione nei confronti dell’indagato. Questo perché, secondo il tribunale, “ricorrono elementi tali da rendere indispensabile il vaglio dibattimentale”.

La scriminante del diritto di cronaca – ragiona il giudice Negri – appare non attinente laddove il significato dei termini ritenuti oltraggiosi e diffamatori dalla parte offesa costituiscono una “evidente forma di aggressione verbale idonea a cagionare nocumento all’integrità morale della persona”.

La frase oggetto di querela, poi, si riferisce a tre soggetti. Non solo a Ilaria Cucchi, ma anche alla memoria di Stefano Cucchi e alla vicenda giudiziaria collegata alla sua morte e alla famiglia, quali ulteriori beneficiari della “gallina dalle uova d’oro”.

“Le espressioni utilizzate – scrive il gip – appaiono trasmodare con evidenza il limite della continenza espositiva, dal momento che la forma espositiva esula dall’alveo della correttezza e della stretta funzionalità alla finalità di disapprovazione e, invece, trasmoda in una gratuita ed immotivata aggressione dell’altrui reputazione”.

“Il concetto sotteso a quel post – conclude Negri -, vale a dire che la Cucchi possa aver tratto qualche vantaggio dalle note tragiche vicende, umane e giudiziarie ha assunto, senza necessità di particolari interventi filologici, la via dell’insulto e della denigrazione”.

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