Copparo. Si è tenuta, giovedì 17 settembre, l’ultima indagine strumentale sulla stabilità del monumentale cedro della Certosa di Copparo, colpito la notte del 3 agosto scorso da un fulmine, che lo ha squarciato provocando l’esplosione del tronco, con la successiva caduta di grossi rami
La prova di trazione, conosciuta con il nome di ‘Pulling test’, consente di misurare la propensione al ribaltamento della zolla radicale e alla frattura delle fibre legnose del fusto, attraverso il metodo SIM (Statistics Integrated Method).
Per effettuare questa prova di statica, non invasiva, si è sottoposto l’albero a una trazione capace di simulare l’azione del vento mediante l’utilizzo di un martinetto ancorato a una zavorra. Sulla fune, fissata sulla porzione alta del tronco, è stato posizionato uno strumento che rileva i valori della trazione e li trasmette al computer, mentre alla base dell’albero è stata collocata una livella verticale, collegata al pc, che trasmette, contemporaneamente al dinamometro sulla corda, i valori misurati.
La prova ha lo scopo di escludere la presenza di danni acuti occulti. Se gli esiti saranno favorevoli, il prossimo passo sarà la predisposizione di un piano pluriennale di ricostruzione della chioma.
Questa verifica rappresenta l’ultimo step per conoscere la sorte del cedro e le azioni da intraprendere nel caso che, come da tutti auspicato, sia recuperabile.
Precedentemente, dopo la messa in sicurezza e le operazioni di eliminazione delle parti pericolanti, erano state effettuate delle verifiche sulla pianta per constatarne le condizioni vegetative, strutturali e stazionali, che hanno confermato peraltro la sua piena salute prima del danno da fulmine, un’analisi tomografica alla base del tronco e un’indagine visiva in quota, i cui esiti erano stati incoraggianti.
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