Politica
8 Luglio 2020
Roberta Fusari ricorda al Comune: “Serve la volontà politica per farlo”

Palaspecchi, tutto fermo

di Redazione | 2 min

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La riqualificazione dell’ex Palaspecchi non è affatto terminata”. Lo fa presente, nel caso ce ne fosse bisogno, Roberta Fusari, ex assessore all’urbanistica della giunta Tagliani che nella precedente legislatura aveva portato a termine il progetto della maxi riqualificazione dell’ex direzionale di via Beethoven e iniziato la realizzazione con le Corti di Medoro con studentato e social housing, portando così un aumento di valore della zona del 35% in favore del Comune (stima del’Agenzia delle Entrate).

Da qualche tempo però, oltre al degrado tornato a imperare, “c’è il cantiere comunale della caserma dei vigili, ex caserma/biblioteca pubblica, che per i ritardi dovuti ai continui cambiamenti del progetto – riprende Fusari – ora si trova in una fase di blocco” per la richiesta di concordato della ditta assegnataria dei lavori.

E pensare che “doveva essere il primo edificio ad essere completato, come presidio di sicurezza per l’intera area. Vigili e cultura, spazi pubblici accessibili e polizia locale di comunità”.

E poi c’è tutto il resto: “le palazzine delle ex palestre (che avrebbero dovuto essere demolite in contemporanea all’aperture delle nuove residenze per fare il parco pubblico previsto dal progetto), la palazzina che ha ancora gli specchi su viale Beethoven, che doveva diventare un secondo studentato, e l’edificio basso che sta a fianco del palasilver”.

“C’è molto da fare: relazioni istituzionali da riprendere, rapporti con privati da ricostruire, convenzioni urbanistiche e atti amministrativi da preparare” fa presente l’attuale consigliera di Azione civica e, memore probabilmente del fatto che il vicesindaco Nicola Naomo Lodi voleva demolire tutto il complesso, avverte che “serve “solo” la volontà politica per fare tutto ciò, avendo una struttura comunale capace di farlo. E io spero che non sia come tutto il resto, che siccome viene dal passato, meglio distruggere che portare a termine”.

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