Attualità
22 Gennaio 2020
Toccante cerimonia nella Giornata della Memoria a pochi giorni dalla scomparsa di Franco Schonhei

Ferrara ricorda l’olocausto e gli ebrei ferraresi reclusi nella Caserma Bevilacqua

di Redazione | 2 min

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Ferrara ricorda le vittime dell’olocausto e i cittadini ebrei ferraresi reclusi nella Caserma Bevilacqua nel gennaio 1944, prima di essere deportati nei campi di concentramento, dai quali tornarono solo in cinque. Tra questi c’era anche Franco Schonhei, scomparso pochi giorni fa, al quale è stato dedicato un momento particolare. Come da tradizione, è stata deposta la corona di fiori sul ceppo memoriale, alla presenza delle autorità cittadine, della rappresentanza della comunità ebraica, delle forze dell’ordine.

Presenti anche gli studenti delle classi quinte dell’istituto Vergani-Navarra, i quali, guidati dalla professoressa Anna Maria Quarzi e dal professor Nicola Alessandrini, hanno esposto un lavoro di ricerca storica sugli avvenimenti del ’44, partendo dalla toccante testimonianza scritta di Eugenio Ravenna con la sua lettera sulla prigionia nella Caserma Bevilacqua, letta alla presenza della figlia in un momento che ha commosso tutti i partecipanti.

“Accogliere i giovani in questo luogo, vederli passare accanto al ceppo – spiega il questore Giancarlo Pallini – non è solo un gesto di ritualità, ma significa creare un momento di riflessione e approfondimento. La frase di Anna Frank ‘la verità è tanto più difficile da sentire quanto più a lungo si è taciuta’ ci insegna che ricordare è necessario, perché se si tace la verità nel tempo si perde”.

Emozionati anche i rappresentanti della comunità ebraica ferrarese, che hanno sottolineato ancora una volta l’importanza del ricordare e del testimoniare i terribili fatti accaduti, condannando chi ancora oggi esprime giudizi di giustificazione nascondendosi nell’anonimato di internet.

“Giornate come questa, riconosciuta nella data del 27 gennaio dalla legge del luglio 2000 – conclude infine l’assessore alla cultura Marco Gulinelli – in realtà non hanno un senso temporale, ma si allarga al sempre. Ringrazio i ragazzi del Navarra e i loro professori per il toccante momento di ricordo. Abbiamo la necessità di maestri che tramandino, ma anche di allievi per non far morire la verità”.

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