Politica
18 Novembre 2019
Il direttore di Estense.com bersaglio di un'invettiva del leghista Mauro Rodoni. Si dissocia anche Alan Fabbri. E Minarelli lancia una sfida al sindaco

L’odio monta sui social, augurio di morte ai famigliari di Marco Zavagli

di Redazione | 3 min

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Adesso arrivano anche auguri di morte alla famiglia del direttore di Estense.com Marco Zavagli da parte di un leghista, nel corso di una discussione accesa su un post Facebook di Giorgio Massini, ortopedico originario di Venezia già candidato sindaco per la civica di centrodestra Ferrara Libera alle ultime amministrative.

Il macabro auspicio giunge da Mauro Rodoni, che ha augurato ai famigliari di Zavagli di ammalarsi di cancro, specificando “nessuno escluso”. Si tratta di uno dei protagonisti del secondo “shitstorming” ai danni della nostra testata e dei suoi gionalisti, in merito al quale pende una querela in Procura. Frasi, quelle di Rodoni, dalle quali si è dissociato anche se tardivamente lo stesso Giorgio Massini, che aveva chiamato in causa Zavagli in un suo post, taggandolo, riguardo alle dichiarazioni del professore Unife Giangi Franz su Venezia e i veneti, auspicando una sua presa di posizione, poi puntualmente avvenuta.

“Cosa dobbiamo sopportare ancora? Che dalle parole si passi ai fatti?”, ha commentato preoccupato il direttore sul proprio profilo. Ricevendo in seguito numerose manifestazioni di solidarietà, a partire da una telefonata personale del sindaco Alan Fabbri, al quale sono andati i suoi ringraziamenti. “L’augurio mio è che tutti a qualsiasi livello, in particolar modo nelle istituzioni, si adoperino per non fomentare simili manifestazioni di odio”, spiega Zavagli, che nello stesso tempo si augura “che la Procura monitori attentamente la querela sullo shitstorming per fare in modo che la gente capisca che non tutto è concesso e che fare di una persona o di una testata giornalistica un bersaglio rischia di scatenare reazioni pericolose come quella di cui sono stato oggetto in questo caso”.

A dissociarsi ed esprimere pubblicamente solidarietà al direttore di Estense.com, fra i rappresentanti politici e istituzionali, figurano la presidente della Provincia Barbara Paron, il segretario regionale del Pd Paolo Calvano, quello comunale Nicola Minelli, il segretario provinciale Nicola Minarelli ed altri ancora, fra cui l’ex sindaco Tiziano Tagliani e l’ex assessore all’ambiente Caterina Ferri. Diversi invece, purtroppo, hanno preferito non esprimersi facendo suonare il loro silenzio come una sorta di tacito consenso, che preoccupa ancor più delle parole di Rodoni.

Significativo l’intervento di Minarelli in merito al clima che sta avvolgendo Ferrara, che ha voluto lanciare una sorta di sfida al sindaco Alan Fabbri chiedendo, in estrema sintesi, di controllare i propri uomini e le loro ‘esternazioni’. “Non è più accettabile – dice Minarelli – leggere oscenità del genere (tra le quali inserisco anche ovviamente il post di giangi franz), non è pensabile continuare a riversare tanto livore ed odio e farlo pubblicamente. Un appello particolare lo rivolgo a chi ha però più responsabilità: esse vanno esercitate tutte, comprese quelle rispetto ai rappresentanti dei propri ‘gruppi'”. Minarelli esprime dunque solidarietà ai bersagli delle accuse e delle invettive e lancia la sfida al sindaco: “Io mi impegno ogni qual volta un rappresentante ufficiale del mio partito oltrepassa i limiti a denunciare la cosa e a chiedere scusa pubblicamente a nome di tutta la comunità che rappresento. Sfido a fare lo stesso, sia esso un portavoce, un consigliere o un vicesindaco, non importa quanto ‘alto in grado sia ‘. Io non voglio essere ricordato come un rappresentante politico di questa città e provincia che ha avuto responsabilità e non ha fatto niente per evitare questo declino morale e culturale (la politica c’entra ben poco). Sta a chi ha responsabilità dall’altra parte dimostrare se condivide questa impostazione (e poi dare prova di metterla in pratica) e prendersi questo impegno a sua volta. Credo che anche lui abbia interesse ad essere ricordato come l’amministratore che ha fatto certe cose e non per quello che ha generato o favirito o comunque non impedito un periodo di bassezza morale e culturale secondo solo ai periodi più bui della storia. Ferrara non si merita questo”.

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