di Fabio Anselmo*
Avete per caso notato che sia il sindaco Alan Fabbri che il senatore Balboni non parlano più del problema immigrazione legato alla sicurezza? Sono entrambi partiti all’attacco su questo tema col quale, inutile dirlo, hanno vinto le scorse elezioni. E non solo a Ferrara.
L’entusiasmo li ha tuttavia traditi inducendoli a prendere posizioni contrastanti: il sindaco ha gioito all’idea della costruzione di un Cpr in città, considerandolo un’opportunità per Ferrara mentre il senatore Balboni si è poi affrettato a rassicurare la cittadinanza sul fatto che quel centro sarebbe stato costruito altrove.
Qualcuno ha inizialmente parlato della mafia nigeriana, concetto sul quale, alle scorse elezioni, aveva particolarmente insistito generalizzando il problema ed arrivando a creare la suggestione che tutti gli immigrati di quell’origine fossero criminali e spacciatori. Chiara l’equazione: immigrati nigeriani = criminali spacciatori.
Ora ha nella sua lista una espressione della comunità Nigeriana.
Mentre il senatore Balboni, fino a poco tempo fa molto attivo sulle questioni locali e molto presente sui cartelloni elettorali, tace, Alan Fabbri riparte con la sua campagna abbandonando il tema, ed affermando a chiare lettere di voler proseguire nell’azione di governo e di cambiamento della città avviato”.
Ma se deve solo continuare quel che sta facendo perché cambia squadra ed abbandona la Lega? Forse non è poi così soddisfatto dell’operato del suo pluriassessore onnipotente, leghista salviniano doc, Nicola Lodi?
Alan Fabbri si dichiara antifascista (ma non è nello stesso partito di Vannacci?) mentre Balboni no.
Ma quel che tutti sanno perfettamente è che è terminata l’era della facile e vincente propaganda sulla pelle degli immigrati. Perchè?
Perchè ne abbiamo disperato bisogno per le nostre aziende, la nostra economia e per noi stessi. La popolazione ferrarese invecchia alla velocità della luce. Più che in tutto il resto del Paese.
La cosiddetta ‘fascia utile’ e cioè quella abile al lavoro, è ristretta ad un forbice che ci vede al 101esimo posto nella classifica del Sole 24 ore.
Le pagine dei nostri quotidiani locali sono occupate quasi quotidianamente dagli appelli dei vari settori dell’economia che chiedono aiuto a risolvere il problema della mancanza di manodopera.
“Hanno candidato un tizio strano”, ha detto un noto politico di fama nazionale parlando di me. Ebbene questo candidato strano ha, come prima cosa, incontrato associazioni di categoria e sindacati.
Il coro è stato unanime. Mancano lavoratori. Lavoratori cui garantire tutti i diritti previsti dalle nostre leggi, case comprese. Queste le parole esatte dette da ogni parte.
Ne abbiamo già ma non bastano. Le cronache di oggi descrivono l’esplosione di una emergenza sociale la cui tensione sta diventando sempre più palpabile. Grazie al famigerato decreto Cutro, a causa delle direttive del ministero dell’interno, centinaia di famiglie, da anni ed anni perfettamente integrate nel nostro territorio, rischiano di essere deportate nei luoghi di origine da cui sono fuggite. Si tratta di lavoratori formati ed assunti con contratti di lavoro secondo legge. Molti addirittura a tempo indeterminato.
“Centinaia di vite appese ai ricorsi – una sospensiva per poter sperare”, “Il lavoro c’è il pass no”… Qualcuno della maggioranza, invece di strombazzare inaugurazioni di immobili o cantieri destinati a rimanere vuoti, può per cortesia battere un colpo? Magari anche il senatore Balboni con una telefonata rassicurante al suo ministro Piantedosi per poter trionfalmente annunciare, poi, la soluzione di un problema drammaticamente grave sia a livello economico che sociale. Sarebbe cosa gradita.
Ciò consentirebbe tutti noi di poter apprezzare con animo più sereno i fantastici video ottimamente confezionati con il grande sindaco che vola su tutti noi mentre il vice si aggira ovunque con la sua iconica apecar.
*candidato sindaco del centrosinistra a Ferrara
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